Mercoledì 24 Aprile 2024

Suicidio assistito, Stefano Gheller: "Accolta la mia richiesta alla Usl vicentina"

Il 49enne vive 24 ore su 24 su una sedia a rotelle a causa della distrofia muscolare. "Posso decidere quando, dipenderà dalla malattia e dall'assistenza che mi darà il Veneto"

Stefano Gheller (Ansa)

Stefano Gheller (Ansa)

Vicenza, 13 ottobre 2022 - Stefano Gheller, il 49enne di Cassola (Vicenza) che vive attaccato ad un respiratore, ha ricevuto il permesso al suicidio assistito, è lui stesso a scriverlo su Facebook: "Buongiorno amici vicini e lontani oggi sono felicissimo ed è un gran bel giorno, è stato qui, il direttore sanitario della Aulss 7 Pedemontana, a cui io il 30 giugno avevo inoltrato la mia richiesta di suicidio assistito, vi informo che la mia richiesta è stata accolta, e ora sono libero di decidere quando vorrò mettere fine alle mie sofferenze".

Gheller è costretto su una sedia a rotelle da 34 anni perché malato di distrofia muscolare, e ora si dice "contento che questo diritto gli sia stato riconosciuto e spera possa in parte servire per altre eventuali persone che ne faranno richiesta". 

Gheller aveva pensato di andare in Svizzera per essere aiutato a morire, ma ha deciso di rimanere a combattere la sua 'battaglia' in Italia e il 27 giugno ha scritto all'Ulss 7 Pedemontana per chiedere l'accesso legale al suicidio assistito. Ed è rimasto sorpreso: "La mia Aulss devo dire è stata veloce rispetto ad altri casi a darmi risposta e sosterrà tutte le spese per quando deciderò di farlo".

Ora potrà decidere quando smettere di soffrire: "Sul quando dipenderà da due fattori, il primo ovviamente sul decorso della mia malattia e cosa ancora mi toglierà più di quanto mi ha già tolto fin'ora, poi dipenderà da quanto lo stato italiano e la Regione Veneto mi aiuterà economicamente a fare una vita dignitosa potendo pagare un'assistenza adeguata ai miei bisogni, perché doversi alzare ogni mattina e affrontare la giornata è già dura così, ma dover oltre al peso della malattia dover pensare a come pagare l assistenza adeguata e non solo diventa un ulteriore peso continuo che ti consuma le poche forze che uno ha".