Mercoledì 24 Aprile 2024

"Suicidio assistito, l’azienda sanitaria si muova"

Ancona, il paziente tetraplegico dopo l’ok del comitato etico diffida l’Asur: "Decida sul farmaco da usare". Ma la Regione si rivolge all’avvocatura

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di Marina Verdenelli

Asur inadempiente alle dovute verifiche sul farmaco letale, scatta la terza diffida contro l’azienda sanitaria della regione Marche. Il paziente tetraplegico della provincia di Ancona, Mario, 43 anni, che da 15 mesi chiede di morire come una sentenza della Corte Costituzionale lo autorizza a fare, giovedì ha depositato una nuova intimazione al servizio sanitario regionale. Il suo è il primo caso italiano dove un comitato etico di una azienda sanitaria ha riconosciuto i requisiti che gli permetteranno di accedere al suicidio medicalmente assistito. Ma manca ancora un tassello, quello del farmaco letale da utilizzare e come utilizzarlo.

Attraverso gli avvocati dell’associazione Luca Coscioni Mario ha diffidato il servizio sanitario marchigiano ad adempiere a quanto già ordinato dal giudice del tribunale di Ancona, sezione civile, il 9 giugno scorso, allegando anche una relazione di un medico anestesista che spiega che il farmaco verrebbe assunto tramite flebo e schiacciando solo un bottone. "In quella sentenza, se ancora non fosse chiaro alla Regione – spiega l’avvocato Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Coscioni e nel team legale del paziente – il tribunale non solo ha ordinato all’Asur di nominare una equipe medica che doveva verificare i quattro requisiti sanciti dalla Consulta per il diritto del paziente ad accedere al suicidio ma doveva anche, la stessa equipe, verificare il farmaco adeguato per Mario, indicare la modalità di somministrazione e in quale quantità. Devono far fare questa verifica che non è stata fatta perché si sta compiendo un atto di una crudeltà inaudita".

Sotto accusa l’equipe multidisciplinare di professionisti che ha espletato la visita domiciliare richiesta a casa del paziente. Il comitato etico ha avuto solo la relazione per i requisiti del malato infatti ha espresso il parere positivo unicamente sui quattro punti, che Mario è una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da patologia irreversibile, che la stessa è fonte di sofferenza intollerabile e che è capace di prendere decisioni libere e consapevoli. In merito alla modalità, metodica e farmaco per la morte più rapida, indolore e dignitosa possibile il comitato etico dell’Asur ha spiegato che "la richiesta di fornire una valutazione non può essere soddisfatta" mancandone la valutazione dell’equipe che è stata dal paziente. La diffida dà pochi giorni di tempo all’Asur per intervenire "dopodiché faremo una denuncia penale contro i dirigenti", promette l’avvocato Gallo. La Regione ha chiesto un parere all’avvoatura.

Intanto i deputati Giorgio Trizzino, Riccardo Magi e Doriana Sarli parlano di "un grande imbroglio sul suicidio assistito che si sta consumando alla Camera. Apparentemente tutti i partiti sembrano d’accordo nel portare in aula il 13 dicembre il testo base per la discussione generale – dicono –. In realtà, qualora il testo dovesse miracolosamente approdare in aula, sarà un testo che non solo esclude ogni possibilità di eutanasia ma restringerà moltissimo i requisiti per accedere alla procedura".