Suicidio assistito, cos'è e le differenze con l'eutanasia. Come funziona in Italia

Aiuto al suicidio, primo via libera nel nostro Paese dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Cosa dicono codice penale e Consulta

Referendum eutanasia, membri dell'Associazione Coscioni depositano le firme (Ansa)

Referendum eutanasia, membri dell'Associazione Coscioni depositano le firme (Ansa)

Roma, 23 novembre 2021 - Il via libera dell'Asl delle Marche al suicidio assistito (il primo in Italia), riapre il dibattito sul fine vita. Il comitato etico dell'azienda sanitaria marchigiana (Asur) ha deciso che Mario (nome di fantasia), un uomo tetraplegico e immobilizzato da 10 anni, possiede i requisiti per l'accesso all'autosomministrazione di farmaci letali. Ha potuto farlo in ragione di una sentenza della Corte Costituzionale (nel processo sul caso Dj Fabo) che dichiara non punibile - a patto che esistano condizioni ben precise - chi agevoli il suicidio di qualcun altro. Sentenza che ha aperto la strada alla legalizzazione della pratica, in attesa che il legislatore disciplini la materia. 

Ma cos'è esattamente il suicidio assistito e qual è la differenza con l'eutanasia (attiva), vietata in Italia? 

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Aiuto al suicidio e eutanasia 

Filippo Vari, vice presidente del Centro studi Livatino e professore ordinario di Diritto Costituzionale, definisce il suicidio assistito  "l'aiuto alla persona che decide di porre autonomamente fine alla propria vita". L'eutanasia, invece, "non è solo aiutare una persona a togliersi la vita ma consiste proprio nel togliere la vita ad una persona. Tanto è vero che il codice penale punisce diversamente le due fattispecie, l'assistenza al suicidio e l'omicidio del consenziente". 

Nel caso di Mario un medico prescriverà il farmaco letale e qualcuno lo preparerà perché Mario possa assumerlo. Nessuno potrà somministrarglielo però: in quel caso sarebbe eutanasia e quel qualcuno verrebbe incriminato per il reato di omicidio del consenziente (vedi sotto). Mario "potrà semplicemente bere il liquido da un bicchiere, usando una cannuccia, oppure spingere un pulsante, mettendo in circolo il farmaco per via endovenosa", spiega in un colloquio con La Stampa Filomena Gallo, dell'Associazione Luca Coscioni. 

In sostanza l'eutanasia richiede che ci sia un soggetto - un medico - che somministri il farmaco per via endovenosa al paziente che ne fa richiesta, mentre il suicidio assistito prevede che il medico si limiti a prescrivere e a preparare il medicinale che poi verrà assunto autonomamente dal paziente. 

Eutanasia attiva e passiva, le differenze 

Ci si riferisce qui, come detto sopra, all'eutanasia attiva. Nell'eutanasia passiva - pratica invece consentita anche in Italia - il personale sanitario si limita a interrompere i trattamenti salva vita. La sospensione delle cure è un diritto sancito dall’art. 1 della legge 219/2017, che stabilisce che "nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge"

Suicidio assistito, cos'ha stabilito la Corte Costituzionale 

In Italia il codice penale stabilisce che sono reati tanto l'eutanasia attiva (Omicidio del Consenziente, articolo 579), tanto l'"istigazione al suicidio o aiuto al suicidio" (art 580). La sentenza 242/2019 della Consulta, intervenuta nel procedimento a carico di Marco Cappato nel caso del dj Fabiano Antoniani, ha invece deliberato che il suicidio assistito, inteso come assistenza di terzi nel porre fine alla vita di una persona malata, è legittimato, in presenza di 4 condizioni: la persona che aiuta al suicidio non è punibile se il paziente è affetto da una patologia irreversibile, è costretto a patire gravi sofferenze fisiche o psichiche, ha piena capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, e se dipende per la sopravvivenza da trattamenti e cure esterne. 

Il Parlamento non ha ancora prodotto una legge che definisca le procedure (come si somministra il farmaco mortale?) ammesse per il suicidio assistito. 

Eutanasia legale, il referendum 

In Italia sono state depositate 1 milione 200mila firme per chiedere un referendum sull'eutanasia legale che abroga l'articolo 579 del codice penale. Cifra che va ben oltre la soglia di firme necessaria (500mila) per la richiesta di una consultazione popolare. "Il referendum da noi proposto - spiega Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Coscioni che ha promosso la raccolta firme - abroga parzialmente il reato di omicidio del consenziente, ovvero chiede la legalizzazione dell`eutanasia come c`è in Olanda, in Belgio, in Lussemburgo, in Spagna e ora in Portogallo. L`obiettivo è vincere il referendum che abroga l`articolo 579 del codice che si occupa dell`omicidio del consenziente e non solo dell`aiuto al suicidio".