Suicidio assistito, primo sì in Italia. "Mario ora più libero e leggero"

Via libera dal comitato etico dell'Asl delle Marche per un uomo tetraplegico da 10 anni

Marco Cappato (Ansa)

Marco Cappato (Ansa)

Roma, 23 novembre 2021 - Primo sì a un suicidio assistito in Italia.  Il comitato etico dell'Asl delle Marche (Asur) ha attestato che Mario (nome di fantasia di un tetraplegico immobilizzato a letto da dieci anni) possiede i requisiti per l'accesso legale al suicidio assistito. Il via libera dopo due diffide legali all'Asur e l'aiuto offerto dall'associazione Luca Coscioni. Si tratta del primo paziente italiano a ottenere l'ok per il suicidio medicalmente assistito, dopo la sentenza 'Cappato-Dj Fabo' emessa dalla Corte Costituzionale.

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"Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni". È il primo commento di Mario, diffuso dall'Associazione Coscioni, dopo aver letto il parere del Comitato etico. "Sono stanco e voglio essere libero di scegliere il mio fine di vita. Nessuno - dice in un video - può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni", e "condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perchè si sta giocando sul dolore dei malati".

"Ora indicheremo il farmaco"

Filomena Gallo, co-difensore di Mario e segretario dell'Associazione Luca Coscioni, sottolina: "È molto grave la lunga attesa che Mario ha dovuto subire. Ora procediamo con indicazioni sull'autosomministrazione del farmaco" per il suicidio assistito. 

Su indicazione di Mario, prosegue Gallo, "procederemo ora alla risposta all'Asur Marche e al comitato etico, per la parte che riguarda le modalità di attuazione della scelta di Mario, affinché la sentenza Costituzionale e la decisione del Tribunale di Ancona siano rispettate".

E aggiunge: "Forniremo, in collaborazione con un esperto, il dettaglio delle modalità di autosomministrazione del farmaco idoneo per Mario, in base alle sue condizioni. La sentenza della Corte costituzionale pone in capo alla struttura pubblica del servizio sanitario nazionale il solo compito di verifica - conclude - di tali modalità previo parere del comitato etico territorialmente competente".

Quindi fornisce qualche dettaglio sull'iter che ha portato al via libera: "Il comitato etico   ha esaminato la relazione dei medici che nelle scorse settimane hanno attestato la presenza delle 4 condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Capato-Dj Fabo, ovvero Mario è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale; è affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli; e che non è sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda".