Giovedì 25 Aprile 2024

Suicida a 14 anni, l’ombra della sfida web estrema

Brescia, trovato soffocato con l’accappatoio nella sua camera. La macabra scoperta fatta dalla sorellina

BRESCIA

Ora di cena, l’altroieri. Una bimba va in camera da letto per chiamare il fratello maggiore e lo trova esanime. La cintura dell’accappatoio usata come cappio, lui, quattordici anni compiuti lo scorso gennaio, appeso alle sbarre del letto a castello che non risponde né dà segni di vita. La piccola corre disperata in cucina ad avvertire la mamma, che chiede aiuto al 112. Ma Nuru – nome di fantasia – morirà poco dopo. Non fa in tempo nemmeno a raggiungere l’ospedale. Si è tolto la vita.

È la storia, agghiacciante, che ha scosso un paese della Franciacorta e ha stravolto una famiglia originaria del Ghana, di casa da molti anni nel Bresciano. Primo di tre figli e nato in Italia, come le sue due sorelline, del resto, Nuru frequentava la terza media nella scuola non distante dalla sua abitazione. Nel cuore aveva il pallone, un passione ereditata dal padre, ex calciatore della squadra del paese, operaio. Giocava in una squadra dilettantistica in città. Giovedì sera, senza apparenti segni premonitori, senza lasciare alcuno scritto, l’ha fatta finita, lasciando tutti sotto shock. "È un gesto inspiegabile", è il refrain che passa di bocca in bocca in queste ore tra chi conosceva l’adolescente.

Descritto come vivace e generoso, Nuru non aveva problemi con lo studio, né con gli amici, né - sembra – tra le mura domestiche. L’apparente difficoltà a contestualizzare un dramma di simili proporzioni ha inizialmente lasciato spazio all’ipotesi di un tragico gioco finito male, il Black out challenge, la agghiacciate sfida in voga su Tik Tok tra alcuni giovanissimi che si filmano con il cellulare mentre si provocano un principio di strangolamento stringendosi una cintura attorno al collo e poi condividono via social la prova di coraggio e resistenza. L’ipotesi però allo stato non ha trovato alcun riscontro. I carabinieri hanno accertato che il telefono di Nuru non ha registrato attività concomitanti con il gesto estremo. E il ragazzino non si è filmato. La dinamica dunque non lascerebbe margini di dubbio, tanto che il magistrato di turno non ha nemmeno disposto il sequestro dello smartphone. Rimangono lo strazio. E l’impotenza. "Ciao, in questo momento di dolore le parole sono inutili – è il messaggio che hanno scritto i compagni di squadra su Facebook per l’amico, annullando la partita prevista per domani - Con te è stato un colpo di fulmine, sei stato il primo acquisto da Ds. Eri sempre sorridente e oggi diventa difficile pensare a tutto questo. Sarei per sempre la nostra freccia, riposa in pace".

Beatrice Raspa