Giornata internazionale della donna, il coraggio di Marta Collot: "Violentata al parco"

Bologna, la portavoce di Potere al Popolo: "Ho fatto condannare l’aguzzino. Farò altrettanto ora con chi mi ha molestata"

Marta Collot ha 28 anni ed è nata a Treviso. È la portavoce nazionale di Potere al popolo

Marta Collot ha 28 anni ed è nata a Treviso. È la portavoce nazionale di Potere al popolo

Bologna, 8 marzo 2022 - "Chi si deve vergognare e nascondere è chi fa la scelta di usare la propria posizione di potere per opprimere un altro essere umano". Marta Collot ha rotto il silenzio. Ieri mattina, con un gruppo di compagni di Potere al Popolo e con il suo avvocato Marina Prosperi, ha interrotto un riserbo durato tre anni. "Oggi voglio prendere parola in prima persona – ha detto – e dire che ero io la donna stuprata tre anni fa. E sono io a essere stalkerata, sono io ad aver dovuto cambiare casa e abitudini. Voglio raccontare la mia storia perché è la storia di tantissime, troppe donne".

Ventotto anni, portavoce nazionale di PaP, già candidata a sindaco di Bologna nelle scorse amministrative, Marta Collot ha deciso di parlare, alla vigilia dell’8 marzo, per denunciare "l’abissale distanza – dice – tra i proclami e gli inviti alle donne a denunciare i casi di violenza e la realtà contro cui le stesse donne devono scontrarsi quotidianamente, anche in ambito giudiziale". Lo fa partendo da un fatto privato: la sentenza di non luogo a procedere, emessa il primo marzo, dal giudice Letizio Magliaro, in relazione al procedimento scaturito dalla prima denuncia per stalking presentata da Collot, nel 2019, contro Alberto Tagliati, 50 anni. L’uomo, con precedenti per sequestro e violenza sessuale del 2004, è in carcere dallo scorso gennaio, a seguito della seconda denuncia presentata nei suoi confronti da Collot. E per questo il non luogo a procedere pronunciato dal gup ha l’aria di un "cortocircuito", come lo ha definito l’avvocato Prosperi, che riepiloga:

"Nel 2019 il pm Marco Imperato chiese per l’uomo un divieto di avvicinamento, rigettato dal gip Alberto Gamberini, che aveva ridimensionato le condotte di stalking a un ‘corteggiamento non gradito’". L’iter giudiziario però è andato avanti e qualche mese fa a Tagliati è stato notificato il fine indagine. "A quel punto sono ricominciate le persecuzioni – dice Prosperi –. Richieste continue di incontri e minacce, a Marta e a sue amiche". Viene sporta un’altra denuncia, questa volta il pm Imperato ottiene, dal gip Francesca Zavaglia, il carcere. Un’unica vicenda confluita in due fascicoli distinti. Ed è questo, per Prosperi, il motivo del "cortocircuito che ha portato al non luogo a procedere per i fatti del 2019, su cui la procura farà appello in Cassazione".

Per la violenza sessuale del dicembre 2018 in un parchetto di via Parri, in Bolognina, l’aggressore, Orianderson Venturi, 33 anni, in abbreviato, è stato condannato a 8 anni. "Grazie al mio avvocato – ricorda Collot – abbiamo portato la voce della ‘vittima’ in aula. E ho potuto dire in faccia al mio stupratore ciò che penso: che ha approfittato del suo vantaggio fisico, ma che non mi sono piegata perché c’è qualcosa che rende più forti di qualsiasi forza fisica: si chiama lotta e si chiama organizzazione".