Giovedì 18 Aprile 2024

Stupro di gruppo su due ragazzine C’è anche l’ombra del porno ricatto

Cinque indagati in Liguria, uno ha 17 anni: sequestrati i telefonini. Le minorenni attirate in un garage

di Riccardo Jannello

ALASSIO (Savona)

Un caso Ciro Grillo-bis scuote il Ponente Ligure. Cinque giovani, uno di famiglia savonese gli altri italiani di seconda generazione, tra i quali un minore di 17 anni (il più grande ne ha 24), sono indagati per uno stupro collettivo che sarebbe avvenuto ai danni di due ragazze non ancora diciottenni. I cinque sono a piede libero, i reati ipotizzati dal sostituto procuratore di Savona, Chiara Venturi, sono minacce, violenza sessuale di gruppo e adescamento di minori anche se la Procura sta svolgendo indagini per scoprire se si possono contestare altre accuse, come il revenge porn e la diffusione di materiale pedo-pornografico. Il materiale probatorio del minore è stato inviato alla competente Procura di Genova.

I cellulari dei cinque ragazzi sono stati sequestrati nel corso di una perquisizione autorizzata giovedì scorso dalla pm; nella loro memoria sarebbero stati trovati – ma la Procura non vuole confermare i particolari – video dei rapporti sessuali per i quali si potrebbe contestare, appunto, il revenge porn, la diffusione degli stessi avvenuta attraverso chat di gruppo e social. La dottoressa Venturi ha fissato venerdì il conferimento dell’incarico a un perito per esaminare il contenuto dei file e metterlo a disposizione dei legali.

Le voci che si rincorrono sulla Riviera sono molte e diverse fra loro, divise fra colpevolisti e innocentisti. Il fatto si sarebbe consumato nel garage di proprietà della famiglia di uno dei ragazzi coinvolti, difeso dall’avvocato Erik Bodda del foro di Asti. "Il mio assistito si dichiara innocente – dice il legale raggiunto al telefono –: non c’è stata alcuna violenza, le due ragazzine erano consenzienti nel recarsi presso il garage e nel fare sesso. Attendo le prime mosse della Procura a partire dall’incarico di venerdì. Come mai i fatti sono stati denunciati solo due mesi dopo? Questo dovrà essere la dottoressa Venturi a chiarirlo".

Anche gli altri indagati, pur con diverse sfumature, si dichiarano estranei a qualsiasi forma di stupro puntando il dito sulle due vittime minorenni – italiane – prestatesi al gioco sessuale. I presunti stupratori sono nelle loro case e molti si chiedono – alla pari del caso che ha coinvolto in Sardegna il figlio di Beppe Grillo e i suoi amici – come sarebbe possibile un’indagine a piede libero se le prove fossero davvero irrefutabili.

In ambienti cittadini alcuni mettono in dubbio il fatto che ci possano essere video, ma la questione è tutta da vedere. La dottoressa Venturi si è trincerata dietro un comprensibile riserbo e attende il rapporto dei carabinieri. Le due ragazzine tornate a casa non hanno fatto cenno allo stupro subito, ma nel tempo il comportamento di una di loro, sempre più turbato, ha portato la famiglia a farle domande più precise che hanno portato alla luce la presunta violenza. Convinta a parlare anche l’amica, i genitori si sono recati a denunciare i fatti alle forze dell’ordine, visto che si era propagata nel Paese, diecimila abitanti, la voce dell’eventuale presenza del filmato secondo alcuni diventato virale. Su questo sarà battaglia fra accusa e difese, mentre i cinque riflettono a casa sui loro comportamenti.