Stupro di gruppo: arrestato calciatore di serie A

Ai domiciliari Manolo Portanova, 21 anni, centrocampista del Genoa. Lui e tre suoi amici accusati da una studentessa universitaria

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di Laura Valdesi

SIENA

Strupro di gruppo durante una festa privata a Siena, da martedì scorso agli arresti domiciliari c’è anche il calciatore in forza al Genoa Manolo Portanova, 21 anni, figlio di Daniele, ex difensore di Napoli, Siena e Bologna. Uno dei giovani più interessanti che, nel gennaio scorso, aveva lasciato la maglia della Juventus dove era approdato nel 2017 nella Primavera esordendo anche in prima squadra, per quella rossoblu già indossata dal padre. Era in vacanza nel Messinese quando è stata eseguita la misura cautelare disposta dal gip Jacopo Rocchi di Siena su richiesta del pm Nicola Marini che sta indagando sulla presunta violenza di gruppo scaturita dalla denuncia di una 21enne di Siena. L’interrogatorio di garanzia per il centrocampista che ha giocato anche nell’Under 21 azzurra, si svolgerà lunedì 14. Nessun commento del suo avvocato Gabriele Bordoni di Bologna.

Ma le prime verità sulla vicenda sono emerse ieri da altri due arrestati. Lo zio di Portanova, Alessio Langella, 23 anni, ha deciso di non rispondere alle domande del gip Rocchi. È arrivato in tribunale nascosto sotto un berretto, cappuccio della felpa tirato sulla testa, occhiali da sole.

Ha scelto invece la strategia opposta il 24enne Alessandro Cappiello, anche lui ai domiciliari dopo la denuncia dell’universitaria senese per quella notte finita con una violenza di cui porta addosso i lividi. Il giovane, che lavora a Siena come cameriere, in neppure 40 minuti ha confermato che c’è stato un rapporto sessuale nella casa del centro storico dove si svolgeva la festa ma la 21enne era consenziente.

"Fiducioso che la procura svolgerà le indagini in modo scrupoloso. Quanto alla mia assistita è molto provata e anche spaventata. Ha iniziato un percorso di sostegno psicologico", spiega l’avvocato Jacopo Meini che segue la studentessa vittima del presunto stupro che sul corpo reca segni e lividi di una notte tremenda per le violenze subite, a suo dire, dagli indagati.

"Dobbiamo valutare tanti aspetti della vicenda e soprattutto ascoltare molte persone presenti nella casa fra la sera del 30 e del 31 maggio, non ancora sentite", commenta l’avvocato Duccio Panti che difende Langella, rimasto in silenzio dal gip. Annuncia indagini difensive, dice "che non gli risulta che ci sia stato uno stupro, solo una serata allegra fra amici". "Ci sono cose che non tornano nelle dichiarazioni della ragazza – aggiunge subito dopo –, spero che l’inchiesta della polizia prosegua". Aveva provato a dribblare con una battuta il coinvolgimento di un calciatore, ieri mattina all’uscita dal tribunale di Siena, sul nome del quale c’era stato massimo riserbo: "Informazioni vostre, tutti possono giocare a calcio, a pallacanestro...".

"Nominerò un perito per gli accertamenti irripetibili sui cellulari sequestrati che saranno svolti mercoledì 16", annuncia l’avvocato Danilo Lombardi, difensore del 24enne che ha ammesso il rapporto con la studentessa ma consenziente. Passaggio cardine dell’indagine. Si cercano i filmati della serata, forse cancellati, ma soprattutto le chat per capire cosa si sono detti gli indagati, fra cui un 17enne, parente di due degli arrestati. Per Langella e Cappiello è stata chiesta la possibilità di andare almeno a lavoro: la procura si è detta contraria, il gip si è riservato. Intanto la polizia sta continuando ad ascoltare i partecipanti alla serata.