Stuprata a 89 anni dal ladro clandestino

L’anziana ha trovato il 26enne nigeriano in casa. Doveva essere espulso ma l’avviso non gli è mai arrivato. La Lega: ora basta, porti chiusi

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di Paola Pioppi

Era in casa da sola venerdì sera, quando ha sentito un rumore in cucina. Erano le 21, c’era ancora luce e la donna, 89 anni, non si è preoccupata: ha fatto qualche passo, fino a raggiungere la soglia del locale. Sorprendendo un uomo che frugava nei cassetti. Giovane, straniero, entrato senza che lei se ne accorgesse. Quando è stato scoperto, l’uomo, anziché fuggire si è diretto verso di lei, l’ha trascinata in camera da letto e l’ha violentata. Poi si è allontanato, da quell’abitazione della Bassa Comasca, zona di Lomazzo, dove la vittima è rimasta sola.

Non poteva chiedere aiuto, perché il suo aggressore le aveva rapinato il telefonino, ma non si è persa d’animo. A piedi ha raggiunto l’abitazione di un figlio, che ha avvisato i carabinieri. Ai militari la donna ha raccontato ogni dettaglio: visibilmente sotto choc, ma estremamente lucida, ha ricostruito quei pochi minuti dell’aggressione, descritto il ragazzo, il suo volto, gli abiti che indossava. Ha ricordato di averlo già visto altre volte per strada: un dettaglio importante, fondamentale per far partire le ricerche negli edifici dismessi in cui trovano rifugio le persone senza fissa dimora.

Tra cui Destiny Dike, nigeriano di 26 anni, senza un domicilio stabile. Mentre l’anziana vittima veniva portata in ospedale per verificare le sue condizioni di salute, e prendersi cura di lei, il ventiseienne viaggiava verso la caserma dei carabinieri. Tutto corrispondeva alla descrizione: le fattezze, gli abiti, il telefono cellulare della donna che Dike aveva ancora con sé. Destinatario di un provvedimento di espulsione, impugnato invocando lo status di rifugiato politico, era andato incontro a un rigetto della sua richiesta di rimanere in Italia, ma ancora non lo sapeva, per l’impossibilità di trovarlo e notificargli il provvedimento.

Cosa che è stata fatta puntualmente venerdì sera, mentre veniva arrestato, su disposizione del sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, con l’accusa di violenza sessuale e rapina del telefono. Se la ricostruzione di quanto accaduto al momento appare abbastanza chiara, è molto probabile che le condizioni mentali dell’uomo dovranno invece essere approfondite. Ma nel frattempo è scoppiata la polemica politica. Da un lato i rappresentanti della Lega, con il segretario in prima fila: "Servono porti chiusi, espulsioni, certezza della pena – ha detto Matteo Salvini – Attendiamo parole chiare soprattutto dal Viminale: dall’inizio dell’anno sono sbarcati in 15.375, contro i 5.521 dell’anno scorso e i 2.144 dello stesso periodo del 2019".

Gli ha fatto eco il comasco Nicola Molteni, sottosegretario agli Interni: "Gli irregolari vanno rimpatriati perché un’immigrazione fuori controllo genera disordine, insicurezza e alimenta criminalità e violenza sui territori. Il flusso migratorio verso il nostro Paese è al limite di quanto il nostro apparato di sicurezza possa reggere e l’unico modo per difendere i nostri confini è la politica dei porti chiusi". Considerazioni alle quali ha replicato la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione Femminicidio: "La violenza sessuale che è accaduta all’anziana signora nel comasco è gravissima – dice - Per questo, fare campagna elettorale o cercare consensi sul corpo delle donne è una scelta sbagliata oltre che pericolosa".