Striscione contro la lettera antifascista La preside denuncia gli studenti di destra

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A una settimana tonda tonda dalla diffusione dei 44 secondi di video del pestaggio all’esterno del liceo classico Michelangiolo di Firenze – che ha innescato un crescendo frenetico di reazioni, prima contenute nelle espressioni di solidarietà ai ragazzi picchiati dai giovani di estrema destra poi deflagrate in uno scontro politico nazionale a stento contenuto dalle parole del capo dello Stato Sergio Mattarella che venerdì ha parlato di "civiltà" come unica diga per arginare la "violenza" di questi tempi balordi – l’aggressione politica, per qualcuno sponda destra, epilogo di una rissa, contirnua a tenere banco.

Ieri Annalisa Savino, la preside del liceo scientifico Leonardo da Vinci, sempre nel capoluogo toscano, ha presentato formale denuncia alla polizia sull’esposizione all’ingresso della scuola, la mattina di giovedì, dello striscione di Blocco studentesco, l’associazione giovanile che fa riferimento a Casapound. La frase "Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare" (con tanto di video diffuso dai giovani di destra in cui la stessa veniva bruciata) era la risposta piccata alla lettera che la stessa preside aveva diffuso nel suo liceo richiamando tutti, docenti e studenti, ai valori dell’antifascismo con un esplicito riferimento al pestaggio avvenuto davanti al vicino liceo Michelangelo e un richiamo più o meno diretto a un certo clima sociale che deriverebbe dall’avvento del governo Meloni (passaggio questo che ha scatenato le ire del ministro dell’istruzione Valditara). Savino è da giorni al centro del dibattito nazionale.

Proprio in queste ore oltre 123mila persone hanno firmato la petizione online promossa da Priorità alla Scuola a sostegno della preside "minacciata dal ministro". Priorità alla Scuola e tutta la comunità educante che si riconosce nei valori della scuola della Costituzione, si legge nella nota diffusa ieri. Quel ministro che, dice la nota, "come tutto il governo in carica, non ha speso nemmeno una parola sull’agguato fascista di sabato 18 febbraio, un episodio gravissimo successo davanti a una scuola pubblica".

E ancora: "Il ministro sostiene addirittura che a una dirigente scolastica non compete entrare nel merito di queste faccende, di un’aggressione politica avvenuta davanti a una scuola. A chi competerebbe allora?".

Emanuele Baldi