Stretto di Messina, battaglia contro il super Green pass: il sindaco si dimette

Cateno De Luca accampato sul molo per protesta: "Noi sequestrati dal governo". Anche Musumeci scrive a Speranza

Messina, 17 gennaio 2022 - E' culminata con le dimissioni la protesta del sindaco di Messina Cateno De Luca, accampato sullo Stretto da ieri contro l'obbligo di Super Green Pass per l'attraversamento. Chi non è vaccinato non può prendere il traghetto e quindi spostarsi dalla Sicilia alla terra ferma e viceversa. De Luca ha inviato stamani una lettera al segretario generale e al presidente del Consiglio Comunale con la quale lascia la carica. "L'ho promesso e l'ho fatto", sbotta su Facebook. Nei giorni scorsi aveva annunciato di volersi candidare alla presidenza della Regione siciliana. 

"Siamo sotto sequestro", son le parole di questa mattina, pronunciate dal molo inrRada San Francesco, dove ha passato la notte per l'occupazione simbolica e pacifica. Il primo cittadoino chiede al governo una norma transitoria. "Restiamo in attesa di avere notizie da Roma, che il ministro Speranza con un colpo di penna corregga una stortura normativa. Qualche parlamentare messinese è riuscito a parlare con lui ma pare avrebbe detto che non se ne parla. Hanno fatto una stronz... legislativa e per pura presunzione non vogliono correggerla. Mi auguro non sia così".

Una battaglia sostenuta dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha inviato una lettera al ministro alla Salute, Roberto Speranza: il governo, scrive, sospenda "l'iniquo trattamento" riservato ai passeggeri non vaccinati sullo Stretto di Messina. "La situazione sociale che sta venendo a crearsi sulle rive dello Stretto di Messina in virtù della netta preclusione all'attraversamento a danno dei non vaccinati, si sta preoccupantemente acuendo, avendo fondata ragione di ritenere, coloro che sono sprovvisti, per le più disparate ragioni, del cosiddetto green pass rafforzato, di essere stati 'sequestrati' nel territorio della Regione siciliana e di non poter raggiungere il resto del territorio nazionale nemmeno per comprovate ragioni di urgenza, ad esempio collegate a motivi di salute e di accesso alle cure".