Sabato 20 Aprile 2024

Strappo dei vescovi fiamminghi "Liturgia per benedire le coppie gay"

Un documento promuove per la prima volta la celebrazione in chiesa per i partner omosessuali. Il cardinale De Kesel: "Intercettiamo un desiderio, ma il matrimonio resta solo fra uomo e donna"

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di Giovanni Panettiere

Crolla l’argine del divieto di benedizione delle coppie omosessuali in chiesa. A buttarlo giù, per la prima volta al mondo, anche a costo di strappare con la Santa Sede che un anno fa aveva ribadito il suo solenne no, sono i vescovi delle Fiandre, l’area del Belgio a lingua fiamminga. A guidarli il cardinale Jozef De Kesel, tra le punte di diamante dell’ala progressista in conclave, da tempo convinto che la secolarizzazione sia un’occasione per evangelizzare più che un dramma.

I presuli fiamminghi hanno pubblicato un documento, diretto in primo luogo ai parroci delle loro diocesi, in cui è previsto un inedito rito per impartire la benedizione di una coppia Lgbt. La breve e semplice liturgia, oltre alla preghiera e alla lettura della Bibbia, prevede un passaggio in cui si sottolinea l’impegno affettivo dei partner. "Vogliamo essere l’uno per l’altro in ogni circostanza della vita – si legge nell’orazione che la coppia è chiamata a pronunciare davanti all’altare –. Con fiducia, vogliamo lavorare sulla nostra reciproca felicità, giorno per giorno. Preghiamo Dio di darci la forza di essere fedeli l’uno all’altro e di approfondire il nostro impegno".

Da oggi nelle diocesi delle Fiandre sarà pertanto possibile impartire la benedizione di un legame omosex. Legittimamente, perché in verità in molte parrocchie del Belgio – ma anche della Germania e dell’Austria – queste liturgie erano già all’ordine del giorno. "Spesso le coppie omosessuali ci chiedono durante gli incontri pastorali un momento di preghiera per domandare a Dio che benedica e perpetui il loro impegno di amore e fedeltà", ha spiegato il cardinale De Kesel, palesando la volontà d’intercettare questo desiderio. Ma, precisano gli stessi presuli fiamminghi, "deve rimanere chiara la differenza con ciò che la Chiesa intende per matrimonio sacramentale", cioé l’unione fra un uomo e una donna.

Basterà questo puntuale chiarimento a scongiurare la censura vaticana? Al momento dalla Santa Sede non è pervenuta nessuna reazione. Si sa che il testo, scaturito dall’iniziativa di Willy Bombeek – religioso e omosessuale dichiarato, coordinatore nelle Fiandre del progetto pastorale su Omosessualità e Fede –, solo dopo aver ascoltato le richieste dei credenti Lgbt, non è stato inviato preventivamente in Curia romana. Una mossa tutt’altro che casuale visto che potrebbe costringere la Santa Sede a una reprimenda non più preventiva, ma a posteriori ed urbi et orbi. Con tutto ciò che ne consegue anche sotto il profilo dell’immagine del papato bergogliano, lo stesso che continua a sollecitare proprio un processo decisionale dal basso che privilegi l’ascolto dei laici e il discernimento.

A novembre i vescovi belgi andranno in visita ad limina dal Papa. Sarà quella l’occasione per capire l’umore di Francesco dopo lo strappo delle Fiandre. Sempre che la Santa Sede non agisca prima, sventolando il responsum dell’ex Sant’Uffizio col quale si nega questo tipo di benedizioni: la Chiesa – è l’argomentazione alla base del documento non controfirmato da Francesco (particolare piuttosto insolito) – non può benedire una situazione di peccato.

Staremo a vedere. Per il momento la Chiesa belga supera a sinistra quella tedesca che finora si era limitata a chiedere ufficialmente un aggiornamento della dottrina sull’omosessualità. E non la benedizione delle coppie gay. Un rito più volte officiato durante il suo ministero da don Franco Barbero, prete di Pinerolo ridotto allo stato laicale nel 2003. Se non solo per questo gesto di preghiera, anche per questo.