Strage di Piazza della Loggia: a maggio via al nuovo processo d’appello

Sarà il giudice Anna Conforti a presiedere la Corte che vedrà sfilare come imputato l’ex leader dell’ultradestra veneta Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, il medico veneziano, oggi 80enne, già assolto per la strage di piazza Fontana di Mario Consani

La strage di Piazza della Loggia

La strage di Piazza della Loggia

Milano, 29 gennaio 2015 - Comincerà a maggio, 41 anni dopo i fatti, il nuovo processo d’appello per la strage di Brescia, otto morti e un centinaio di feriti per la bomba esplosa nella primavera 1974 in piazza della Loggia. Sarà il giudice Anna Conforti a presiedere la Corte che vedrà sfilare come imputato l’ex leader dell’ultradestra veneta Ordine nuovo, Carlo Maria Maggi, il medico veneziano, oggi 80enne, già assolto per la strage di piazza Fontana. La pubblica accusa sarà rappresentata in aula dal sostituto pg Maria Grazia Omboni, magistrato che un paio d’anni fa, quando era ancora in servizio alla procura per i minori di Brescia, incrociò le vicende della strage indagando su un personaggio dell’estrema destra veneta che nel ’74 non era ancora maggiorenne e che di recente è stato tirato in ballo da un altro ex ordinovista, che l’ha indicato come persona molto informata sui fatti diBrescia. A Omboni potrebbe affiancarsi l’avvocato generale dello Stato Laura Bertolè Viale, che anni fa sostenne in appello le accuse contro gli ultimi imputati per le stragi di piazza Fontana del dicembre ’69 e per quella del ’74 davanti alla questura di Milano. Il processo per i morti di Piazza della Loggia si farà nel capoluogo e non nella città dell’attentato, perché Brescia non ha gli organici per formare una corte giudicante diversa da quella che, a suo tempo, assolse Maggi nel primo processo d’appello poi annullato dalla Cassazione. Erano le 10,12 del 28 maggio 1974 quando nel cuore di Brescia, durante una manifestazione antifascista dei sindacati, una bomba provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre cento. A partire dal 2010, i giudici bresciani assolsero in entrambi i gradi di giudizio per insufficienza di prove tutti gli imputati dell’ultima inchiesta: i “neri” Zorzi, Maggi, Tramonte e Pino Rauti, ma anche l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, il primo a indagare sull’eccidio. La seconda corte d’assise d’appello milanese, presieduta dal giudice Conforti, è la stessa che, fra l’altro, anni fa condannò (ma non per terrorismo) alcuni membri delle Nuove Br che volevano attentare alla vita del professor Pietro Ichino e in seguito, in tutt’altro contesto, assolse invece Alberto Stasi dall’accusa di omicidio nel primo processo d’appello poi annullato dalla Suprema Corte. Tornando a Ordine nuovo, nel febbraio scorso la Cassazione annullò le assoluzioni pronunciate a Brescia in entrambi i gradi di giudizio per Maggi e per Maurizio Tramonte, altro ex ordinovista in contatto con i servizi segreti, mentre sancì la definitiva innocenza, dalle stesse accuse, per l’altro ex camerata Delfo Zorzi, già uscito definitivamente, a suo tempo, anche dal processo per la bomba di piazza Fontana.