Giovedì 18 Aprile 2024

Strage dei Georgofili, nuova verità dopo 30 anni. “La donna dell’autobomba è un’anarchica americana”

La pista: Rose-Ann Scrocco era il collegamento tra anarco-insurrezionalisti e banditi sardi. La mafia avrebbe ricevuto l’aiuto esterno della Falange Armata per compiere l’attentato

I soccorritori in via dei Georgofili a Firenze

I soccorritori in via dei Georgofili a Firenze

Pochi minuti prima che il Fiorino esplodesse in via dei Georgofili, la notte tra il 26 e il 27 maggio del 1993, uccidendo la famiglia Nencioni (Fabrizio, Angela Fiume, Nadia di 9 anni e Caterina di 50 giorni) e lo studente Dario Capolicchio, e danneggiando il patrimonio artistico degli Uffizi, nel centro di Firenze venne avvistata una misteriosa donna, vicino a un Fiorino. A trent’anni di distanza dalla strage, quella dark lady dai capelli a caschetto, possibile aiuto esterno ai mafiosi stragisti, potrebbe aver trovato un nome: Rose-Ann Scrocco. Americana, ex hostess, considerata l’anello di congiunzione tra l’ala più radicale degli anarco-insurrezionalisti e il banditismo sardo dell’anonima sequestri, Scrocco è stata per anni una primula rossa, prima di essere arrestata ad Amsterdam il 16 gennaio 2006. È stata inoltre coinvolta in fatti gravissimi (che le sono costati due condanne definitive a 30 anni) come il sequestro di Mirella Silocchi, la moglie di un facoltoso industriale del ferro emiliano rapita nel 1989 e morta dopo mesi di stenti e di botte, e l’omicidio dell’orefice Antonio Lo Feudo nel 1990.

A fare il suo nome è l’indagine, che abbiamo potuto consultare, firmata dal pool composto da Giovanni Spinosa, ex magistrato, presidente del Tribunale di Ancona – nonché titolare delle indagini sulla revoca della scorta a Marco Biagi e sui crimini della Uno bianca –, Giorgio Mezzetti, consulente di tribunale, e Stefano Mormile, presidente associazione parenti vittime Falange Armata e fratello di Umberto, l’educatore carcerario ucciso nel 1990 dalla ‘ndrangheta (omicidio ancora a processo e nel quale sembrerebbero implicati servizi segreti deviati, boss di mafia e Falange Armata). Una scoperta che fa parte di un’inchiesta – adesso al vaglio del procuratore capo di Milano, Marcello Viola – di più ampio respiro sulla stagione delle stragi nel nostro Paese e sul ruolo della Falange Armata, l’organizzazione terroristica venuta alla ribalta nei primi anni Novanta, che ha rivendicato numerosi omicidi e stragi (tra cui quelli Georgofili), e nella quale sarebbero confluiti gli interessi di criminalità organizzata, anarchici e servizi deviati.

Tutto nasce da alcuni verbali ‘dimenticati’, e rianalizzati dalla Commissione parlamentare antimafia della scorsa legislatura, resi da Vincenzo Barreca, il portiere del condominio di via de’ Bardi 56, distante solo cinquecento metri in linea d’aria da via dei Georgofili. Poche ore dopo l’esplosione, Barreca raccontò ai carabinieri di aver visto due uomini con un borsone fermi dinanzi al portone dello stabile, raggiunti "dieci minuti dopo la mezzanotte" da un Mercedes grigio metallizzato e da un veicolo furgonato, un Fiorino di colore bianco. Dall’autovettura, spiegherà Barreca, scese una donna vestita come una hostess. E hostess era anche la Scrocco.

Il pool ha analizzato anche la carriera criminale della Scrocco e le sue conoscenze nel mondo anarchico. La donna era la compagna di Luigi De Blasi, un esponente di rilievo del movimento insurrezionalista, morto nel confezionamento di un’autobomba nella cosiddetta strage del Prenestino del 1989. La dimestichezza con gli esplosivi è un altro punto di affinità tra la dark lady di via dei Georgofili e Rose-Ann Scrocco. "Secondo i consulenti tecnici della Commissione parlamentare antimafia – spiega Spinosa –, l’esplosivo mafioso usato per la strage di via dei Georgofili fu integrato, durante i momenti raccontati dal portiere dello stabile di via de’ Bardi, con circa 100 chili di esplosivo di tipo militare, compound b o semtex". E qui rispunta la Scrocco, che ai tempi della strage faceva parte di un "consorzio composto da anarco-insurrezionalisti e banditi sardi", che costituiva l’ossatura dell’Orai (Organizzazione rivoluzionaria anarco-insurrezionalista). "Nel ‘91 in un covo dell’Orai in via Cristoforo Colombo a Roma – aggiunge Spinosa – venne sequestrato un arsenale imponente: documenti falsi, divise da finanziere, innumerevoli detonatori elettrici e a miccia, nonché rotoli di miccia a combustione lenta. La scoperta del covo induce alla clandestinità molti esponenti, fra cui Rose-Ann Scrocco".

Scrocco, stando alla ricostruzione, farebbe anche parte dell’universo Falange Armata. E il suo ruolo non si limiterebbe alla strage di via dei Georgofili. "Bisogna fare un passo indietro alle ore 11.20 del 25 maggio – svela l’ex magistrato –, trentasette ore prima della scena descritta dal portiere di via de’ Bardi e undici giorni dopo l’attentato a Maurizio Costanzo. I falangisti, a sorpresa, nella rivendicazione affermano la presenza di una militante nella fase operativa dell’azione contro Costanzo".

A unire tutti i punti ci sono poi le rivendicazioni falangiste per la strage fiorentina. "Oltre a due ‘canonici’ comunicati, alle 12.40 il centralino dell’Ansa di Cagliari riceve un ulteriore avviso: ‘Codice 766321. Qui parla il gruppo Falange Armata - 17 novembre. Rivendichiamo l’attentato a Firenze, con 70 chili di semtex, un esplosivo’", chiosa Spinosa. Cos’è la cellula 17 novembre? Chi ne faceva parte? Si tratta di un gruppo di estrema sinistra greco responsabile di innumerevoli omicidi ai danni di cittadini ellenici e statunitensi, fra cui agenti della Cia e autorità diplomatiche, che in Italia aveva trovato alleati strategici. "Falange Armata - 17 novembre e i movimenti anarcoinsurrezionalisti sardi-ellenici confluivano sotto il cappello dell’Orai, di cui Rose-Ann Scrocco era un membro di spicco". Forte è inoltre la somiglianza tra l’identikit della morettina vista in via de’ Bardi e i tratti somatici della Scrocco. "In particolare, si ritrova in entrambe la forma delle sopracciglia, quella del naso e della bocca, l’attaccatura dei capelli che è inclinata sulle tempie, la forma del mento visto di prospetto, che risulta tondeggiante, e la forma degli occhi e il loro colore", conclude Spinosa. Il portiere parla anche di "una donna, di aspetto giovanile, dall’apparente età di 25/30 anni". All’epoca la Scrocco aveva 31 anni.