Sabato 20 Aprile 2024

Strage di Viareggio, bagarre in aula L’ex ad di Ferrovie sfrutta la prescrizione

Moretti cambia strategia difensiva nell’Appello bis, così cade l’accusa di omicidio colposo. I parenti delle vittime: "Vergogna"

di Stefano Brogioni

"Non rinuncio". La retromarcia in due parole sulla prescrizione, pronunciate da Mauro Moretti, l’ex ad di Rfi imputato con altre 15 persone per la strage che il 29 giugno 2009 dilaniò Viareggio, accende la contestazione in aula. Daniela Rombi, madre simbolo delle 32 vittime del carro cisterna che si rovesciò e prese fuoco nel centro della città, si stacca dalla staccionata dove sono state depositate le foto di chi non c’è più, parte all’indirizzo di Moretti che s’infila il cappotto a fine udienza e gli rovescia addosso tutto quello che le viene in mente. "Vergogna, è stato condannato!". Mentre l’ingegnere si allontana, tra gli applausi ironici, si mettono di mezzo gli avvocati, i nuovi legali che coincidono con il cambio di strategia che rinnega l’annuncio, del precedente giudizio, di voler essere giudicato lo stesso anche oltre il termine del tempo.

Botta e risposta infuocato. Tra urla e spintoni. "Quello che hanno detto gli avvocati verso Daniela e le altre mamme è inaccettabile – riferisce il presidente dell’associazione delle vittime, Marco Piagentini –. È inaccettabile perché loro sanno benissimo le condizioni morali di coloro che sono lì. Noi abbiamo perso i figli, loro dovevano stare zitti e andare via, invece si sono messi addirittura a registrare, quasi fossimo dei black bloc". "Nel primo processo di appello – prosegue Piagentini –, Moretti ha rinunciato alla prescrizione e si è dichiarato innocente. Adesso che non rinuncia ci dice lui che è colpevole, e ce lo dice la sentenza della Cassazione". "Ci hanno levato i figli – aggiunge Daniela Rombi –, le mamme posso sempre parlare. Moretti ha avuto paura, ha detto due parole sottovoce ‘non rinuncio’, poi non ha avuto il coraggio di guardarci negli occhi, se ne è andato via, nel sottosuolo come i topi. Noi parenti delle vittime siamo all’ergastolo tutta la vita, ma lui ha avuto paura e si è rimangiato tutto".

"Incomprensibile la reazione dei familiari verso l’ingegner Moretti: è l’unico che ha rinunciato alla prescrizione in grado di appello per l’incendio colposo e per le lesioni personali. Oggi, accettando la prescrizione per l’omicidio colposo, prescrizione intervenuta nel frattempo, viene a trovarsi nella identica posizione degli altri imputati", replica l’avvocato Ambra Giovene. "Capisco lo strazio dei familiari – ha aggiunto –, spiace però che questo strazio abbia trovato sfogo in aula, non appena la corte si è ritirata, con offese verso l’ingegner Moretti e la ricerca di uno scontro diretto col suo difensore". Che fosse una giornata ad alta tensione, la prima udienza dell’appello bis, era nell’aria. L’8 gennaio 2021, la Cassazione ha dato un bella ridimensionata alle accuse. Le condanne, tra 4 anni e 8 anni e 8 mesi del precedente appello sono destinate a venir rimodulate al ribasso. Non c’è più l’omicidio colposo plurimo, prescritto per tutti dopo la caduta dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro; resta il disastro ferroviario. Però Moretti, nell’ultimo processo condannato a 7 anni, doveva specificare la sua intenzione riguardo alla prescrizione. La prima sezione della corte d’appello, ha poi parzialmente accolto l’istanza dei difensori degli imputati tedeschi, che lamentavano la violazione del diritto di difesa per la mancata traduzione delle motivazioni della Suprema corte depositate lo scorso settembre. I giudici hanno dato dieci giorni a un interprete per la conversione in tedesco di 159 pagine delle 584 dell’intera sentenza. Si torna in aula il 7 aprile.