Mercoledì 24 Aprile 2024

Strage con l’arco, l’ombra del terrore Il killer nel video: sono musulmano

Cinque morti e due feriti in Norvegia, trovato sui social un filmato in cui racconta la conversione. Oggi la perizia psichiatrica sul 37enne con precedenti per furto e droga. I vicini: allarmi inascoltati

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La strage con arco e frecce di Kongsberg fa ripiombare l’Europa nell’incubo terrorismo. Il killer – dopo che sul web erano uscite diverse identità sul presunto attentatore – si chiama Espen Andersen Brathen: è danese e ha 37 anni. L’indizio più importante, nell’azione che ha provocato la morte di 5 persone (4 donne e un uomo tra i 50 e i 70 anni) e il ferimento di altre due sferrata nella città a sud est della Norvegia, è la sua conversione all’islam. L’uomo ucciso sarebbe un agente in borghese, colpito alla schiena. Le vittime sarebbero state colpite in modo casuale. Brathen sarebbe prima entrato in un negozio spaventando il personale e i clienti ma senza ferire nessuno, poi avrebbe fatto irruzione in una serie di abitazioni private uccidendo a caso, non si sa ancora se con arco e frecce o usando anche altre armi. Di certo aveva con sé anche un coltello. Si attendono per questo i risultati delle autopsie. Le vittime sono state trovate parte in strada e parte all’interno delle abitazioni.

Espen risulta essere stato più volte condannato per furto con scasso e per droga. Nel 2020 aveva ricevuto un’ordinanza restrittiva della durata di sei mesi, dopo aver minacciato di morte un familiare. Il capo della polizia Ole Bredrup Sæverud ha detto che Espen era noto alle autorità in quanto avrebbe dichiarato di essersi convertito all’Islam e presumibilmente radicalizzato, ma non erano state riscontrati elementi di pericolosità e non risultarono segnalazioni nel corso del 2021 su sue attività illecite o sospette. A sostenere la sua conversione all’Islam è un video del 2017 diffuso da Espen in due lingue, norvegese e inglese, nel quale rilascia la seguente dichiarazione: "Ciao. Sono un messaggero. Vengo con un avvertimento. Vuoi davvero questo? Se vuoi rimediare è arrivato il momento. Testimonio che sono musulmano". La polizia non esclude che l’uomo fosse incapace di intendere e di volere, pertanto valuterà una perizia psichiatrica per un esame preliminare. Nel 2017 aveva inviato un messaggio a un amico di infanzia che, allarmato dalla condizione mentale di Espen, contattò la polizia per evitare che potesse fare del male a qualcuno. Secondo l’intelligence norvegese, quello di Brathen – già noto alle forze dell’ordine – è stato un "atto di terrorismo" il cui movente deve però ancora essere chiarito. "Il livello della minaccia in Norvegia è considerato moderato", si legge in una nota diffusa dal servizio di Intelligence norvegese (Pst) dopo l’attacco. "Il Pst ritiene ancora possibile che estremisti islamici ed estremisti di destra cercheranno di compiere attacchi terroristici in Norvegia", prosegue il testo. "Gli attacchi a persone colpite a caso nei luoghi pubblici sono un modus operandi ricorrente tra gli estremisti islamici che praticano il terrore in Occidente", afferma la nota. Sono almeno una quarantina i cittadini norvegesi che si sono convertiti all’islam radicale e che hanno deciso di partire per la Siria per combattere nelle fila di gruppi islamici estremisti, una decina nello Stato Islamico (Isis), ma il numero reale potrebbe essere molto più alto.

Il killer sarà sottoposto, in queste ore, a una perizia psichiatrica – ha riferito un pubblico ministero – e subito dopo un giudice dovrebbe pronunciarsi sui termini della sua custodia. Un conoscente ha detto di ritenere che la sua conversione all’islam abbia poco a che fare con il caso: "Si tratta di una persona che è gravemente malata di mente fin dall’adolescenza, cosa che ha molto pesato anche sulle persone a lui vicine". Qualcuno punta il dito contro la scarsa considerazione delle segnalazioni, sia da parte dei servizi psichiatrici che della polizia che – afferma un amico – avrebbe detto di avere la situazione sotto controllo. Un vicino, che ha chiesto l’anonimato, ha descritto il sospettato come una persona sola e sfuggente: "Non sorrideva mai, ti fissava e basta".

red. est.