Stop Ue al carbone di Mosca Putin blocca l’export di cibo

È guerra di sanzioni tra Mosca e l’Occidente. Gli Usa congelano i conti russi. L’Europa ora pensa a bloccare il petrolio. Ma non c’è accordo tra i 27 Stati

Migration

di Elena Comelli

Parte il divieto d’importazione del carbone dalla Russia, che sottrarrà alle casse del presidente Vladimir Putin 4 miliardi all’anno. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha presentato ieri il quinto pacchetto di sanzioni, che prevede lo stop a carbone, legno, prodotti chimici e altro, dai frutti di mare ai liquori, per un valore di circa 9 miliardi di euro all’anno.

Per colpire il petrolio e il gas russi, dai quali la dipendenza della Ue è ancora molto forte, ci vorrà più tempo, ma almeno è arrivato il segnale politico sul carbone. La Ue propone inoltre un divieto di export in settori in cui la Russia è più vulnerabile, quali i semiconduttori avanzati, i pc, le tecnologie per il gas naturale liquefatto e apparecchiature elettriche e di trasporto, per 10 miliardi di euro l’anno.

La presidente ha spiegato che Bruxelles è al lavoro su "ulteriori sanzioni, anche sulle importazioni di petrolio" e sta "riflettendo su alcune delle idee presentate dagli Stati membri, come dazi sul petrolio o canali di pagamento specifici, come un conto di garanzia". Sul versante finanziario, però, la misura più significativa è stata adottata dal Tesoro Usa, che non consentirà alla Russia di usare i suoi fondi in dollari nelle banche americane per pagare i bond. Resta sul tavolo il problema dell’embargo sui prodotti energetici. Lunedì il presidente francese Emmanuel Macron, presidente di turno dell’Ue, aveva detto di essere "a favore di nuove sanzioni" e che si doveva agire "in particolare su carbone e petrolio". Anche la Polonia e i paesi Baltici chiedono da tempo di colpire gli idrocarburi, e Varsavia aveva annunciato che avrebbe unilateralmente messo al bando il carbone russo da maggio. Estonia, Lituania e Lettonia hanno bloccato l’import di gas russo dal primo aprile. Delle tre fonti fossili russe il carbone è quella da cui l’Ue dipende meno, ma per alcuni Paesi resta comunque uno sforzo importante. Nel mix energetico tedesco, ad esempio, il carbone pesa per circa il 15%, in Italia per il 3,5%. Al termine dell’Ecofin a Lussemburgo, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha spiegato che "i 27 hanno posizioni non per forza identiche sul perimetro e sul calendario delle sanzioni. Macron ha espresso chiaramente la disponibilità della Francia a includere il carbone e il petrolio in queste nuove sanzioni. Ma il principio base è l’unità dei 27.

Nel frattempo Putin non resta a guardare. Così, dopo la richiesta di pagare il suo gas in rubli, ieri dalla Russia è partita la minaccia di una battaglia del grano. "Dovremo essere più prudenti con le forniture di cibo all’estero – ha avvertito infatti il presidente della Federazione Russa –. E in particolare dovremo monitorare attentamente tali esportazioni verso i paesi che sono chiaramente ostili verso di noi". Lo stop, va da sé, riguarda in primo luogo i cereali e il grano in testa, di cui la Russia è primo esportatore mondiale, mentre al quinto posto figura l’Ucraina. Il testa a testa, insomma, è appena cominciato.