Il primo ministro svedese Ulf Kristersson, 59 anni, è in carica dal 17 ottobre 2022

Il primo ministro svedese Ulf Kristersson, 59 anni

Si apre un nuovo fronte, tra l’Italia e la Ue, sul tema dei migranti e del loro ricollocamento, ma questa volta la Francia non c’entra nulla. A gelare le pressanti richieste italiane per una redistribuzione dei migranti e superare il vecchio patto di Dublino, questa volta è la Svezia. Il nuovo patto sulla Migrazione e l’Asilo non si concretizzerà certamente nei prossimi sei mesi e, salvo colpi di scena, non vedrà la luce prima dell’inizio del 2024, è l’avvertimento lanciato sul Financial Times dall’ambasciatore svedese in Ue, Lars Danielsson. Insomma, la presidenza svedese dell’Ue, che terrà le redini dell’Unione fino a giugno, lancia un macigno sulle speranze dell’Italia di una svolta a 360 gradi sui migranti.  Ma stavolta le parole di Danielsson non innescano reazioni furibonde da parte di Roma. "La sua non è una posizione contro uno Stato membro specifico, il dossier della riforma strutturale dell’asilo è molto complesso" smorza i toni il ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, che ha in mano il dossier. Non è un caso che a, parlare, sia stato proprio Fitto. Il quale, noto per essere un moderato, pur ribadendo le posizioni del governo Meloni, cerca di abbassare la temperatura della tensione. Del resto, il tackle scivolato degli svedesi sui migranti, in Italia, sconta il problema politico che il governo di Stoccolma, presieduto dal moderato Ulf Kristersson, si regge grazie all’appoggio esterno del partito sovranista Svedesi Democratici che, in Europa, siede nel gruppo dei Conservatori e Riformisti, lo stesso di FdI, che anzi lo presiede. Quindi, "la lezione di sovranismo ai sovranisti", come irridono gli esponenti dell’opposizione, "non va strumentalizzato", dice ancora Fitto. Certo è che, però, il dossier migranti, non è, per ora, in cima alle priorità della presidenza svedese, dove invece campeggia la questione sicurezza. Se ne parlerà, il 12 e 13 gennaio, nella riunione a Kiruna tra il governo svedese e i commissari Ue. Il rischio è che, per Roma, la strada sia in salita almeno fino a luglio, quando alla Svezia subentrerà la presidenza spagnola. Il dossier sarà comunque al centro del Consiglio Ue straordinario convocato per il 9 e 10 febbraio. In vista del summit, l’obiettivo dell’Italia è sempre lo stesso: accelerare su una distribuzione più organica e automatica dei migranti che sbarcano nei Paesi di primo approdo. "Non è nostro interesse né tantomeno nostra intenzione accettare un compromesso al ribasso anzi, a differenza del passato, difenderemo gli interessi nazionali senza alcun arretramento", precisa sempre Fitto, che la settimana prossima si recherà a Stoccolma per incontrare la sua omologa svedese Roswall. Intanto, mentre proseguono gli sbarchi di piccoli barchini a Lampedusa (quattro con 154 persone in tutto), è giunta nel porto di Taranto la Geo Barents, con 85 migranti a bordo, ma dato che quando il dl del governo Meloni sulle Ong è entrato in vigore (il 3 gennaio) le persone soccorse dalla nave di Msf erano già a bordo, il nuovo decreto non è stata violato e la nave non è stata sottoposta a sanzioni amministrative dalla Prefettura ed è ripartita. Invece, le altre navi delle Ong sono quasi tutte ferme nei porti italiani.

Cronaca

Si apre un nuovo fronte, tra l’Italia e la Ue, sul tema dei migranti e del loro ricollocamento, ma questa volta la Francia non c’entra nulla. A gelare le pressanti richieste italiane per una redistribuzione dei migranti e superare il vecchio patto di Dublino, questa volta è la Svezia. Il nuovo patto sulla Migrazione e l’Asilo non si concretizzerà certamente nei prossimi sei mesi e, salvo colpi di scena, non vedrà la luce prima dell’inizio del 2024, è l’avvertimento lanciato sul Financial Times dall’ambasciatore svedese in Ue, Lars Danielsson. Insomma, la presidenza svedese dell’Ue, che terrà le redini dell’Unione fino a giugno, lancia un macigno sulle speranze dell’Italia di una svolta a 360 gradi sui migranti. 
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Ma stavolta le parole di Danielsson non innescano reazioni furibonde da parte di Roma. "La sua non è una posizione contro uno Stato membro specifico, il dossier della riforma strutturale dell’asilo è molto complesso" smorza i toni il ministro per gli Affari europei, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, che ha in mano il dossier. Non è un caso che a, parlare, sia stato proprio Fitto. Il quale, noto per essere un moderato, pur ribadendo le posizioni del governo Meloni, cerca di abbassare la temperatura della tensione. Del resto, il tackle scivolato degli svedesi sui migranti, in Italia, sconta il problema politico che il governo di Stoccolma, presieduto dal moderato Ulf Kristersson, si regge grazie all’appoggio esterno del partito sovranista Svedesi Democratici che, in Europa, siede nel gruppo dei Conservatori e Riformisti, lo stesso di FdI, che anzi lo presiede. Quindi, "la lezione di sovranismo ai sovranisti", come irridono gli esponenti dell’opposizione, "non va strumentalizzato", dice ancora Fitto. Certo è che, però, il dossier migranti, non è, per ora, in cima alle priorità della presidenza svedese, dove invece campeggia la questione sicurezza. Se ne parlerà, il 12 e 13 gennaio, nella riunione a Kiruna tra il governo svedese e i commissari Ue. Il rischio è che, per Roma, la strada sia in salita almeno fino a luglio, quando alla Svezia subentrerà la presidenza spagnola. Il dossier sarà comunque al centro del Consiglio Ue straordinario convocato per il 9 e 10 febbraio. In vista del summit, l’obiettivo dell’Italia è sempre lo stesso: accelerare su una distribuzione più organica e automatica dei migranti che sbarcano nei Paesi di primo approdo. "Non è nostro interesse né tantomeno nostra intenzione accettare un compromesso al ribasso anzi, a differenza del passato, difenderemo gli interessi nazionali senza alcun arretramento", precisa sempre Fitto, che la settimana prossima si recherà a Stoccolma per incontrare la sua omologa svedese Roswall. 
Intanto, mentre proseguono gli sbarchi di piccoli barchini a Lampedusa (quattro con 154 persone in tutto), è giunta nel porto di Taranto la Geo Barents, con 85 migranti a bordo, ma dato che quando il dl del governo Meloni sulle Ong è entrato in vigore (il 3 gennaio) le persone soccorse dalla nave di Msf erano già a bordo, il nuovo decreto non è stata violato e la nave non è stata sottoposta a sanzioni amministrative dalla Prefettura ed è ripartita. Invece, le altre navi delle Ong sono quasi tutte ferme nei porti italiani. 
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