Processo Stefano Cucchi: in appello 13 anni a carabinieri Di Bernardo e D'Alessandro

Condanna per omicidio preterintenzionale: decisione della Corte d'Assise di Roma. Al maresciallo Mandolini 4 anni, confermata condanna a due anni e mezzo a Francesco Tedesco. Ilaria Cucchi: "Mio pensiero va a Stefano e ai miei genitori. Questa una stenza storica"

Ilaria Cucchi insieme al suo avvocato Fabio Anselmo (Ansa)

Ilaria Cucchi insieme al suo avvocato Fabio Anselmo (Ansa)

Roma, 7 maggio 2021 - La Corte d'Assise d'Appello di Roma ha condannato per omicidio preterintenzionale a 13 anni di carcere Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, i due carabinieri accusati del pestaggio che la notte del 15 ottobre 2015 causò la morte di Stefano Cucchi. Condannato a 4 anni di carcere anche il maresciallo Roberto Mandolini, a sua volta accusato della compilazione del falso verbale di arresto del 31enne romano. Confermata la condanna per falso a 2 anni e mezzo di reclusione a Francesco Tedesco, il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha permesso di far emergere i fatti avvenuti nella caserma Casilina la notte dell'arresto di Cucchi.

Dopo l'arresto per droga Cucchi fu portato nella caserma della compagnia Casilina, dove avvenne il pestaggio. Trasportato all'ospedale Pertini, Cucchi morì il 22 ottobre in conseguenza delle lesioni gravissime riportate proprio in quella notte.

La sentenza di appello arriva dopo che quella in primo grado del 14 novembre 2019. In primo grado Di Bernardo e D'Alessandro erano stati condannati a 12 anni, Mandolini (all'epoca dei fatti comandante della stazione Appia) a 3 anni e 6 mesi, mentre il militare Tedesco a due anni e mezzo, ma subito scagionato dall'accusa di omicidio preterintenzionale.

Ilaria Cucchi: "Mio pensiero a Stefano"

"Il mio pensiero va a Stefano e ai miei genitori che oggi non sono qui in aula. È il caro prezzo che hanno pagato in questi anni", così ha commentato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, dopo la sentenza d'appello. "Questa sentenza riformata è un momento storico e per me di estrema emozione. Non avrei mai creduto di arrivare fin qui - ha detto ancora Ilaria Cucchi -. Devo ringraziare tante persone, a partire dall'avvocato Fabio Anselmo e la Procura di Roma nelle persone dell'ex procuratore Giuseppe Pignatone, dell'attuale procuratore Michele Prestipino e del sostituto Giovanni Musarò. Dopo tante umiliazioni è per merito loro che siamo qui. La giustizia funziona con magistrati seri, capaci e onesti. Non servono riforme".

Legale Cucchi: "Mamma Rita ha pianto"

Stefano Maccioni, parte civile nel processo, e legale dei genitori di Cucchi, ha parlato della madre del geometra ucciso e della reazione dopo la sentenza di appello: "La signora Rita Calore ha pianto non appena ha saputo della sentenza. L'ho sentita la telefono. E' un momento di grande commozione. Dopo 12 anni la lotta non è ancora finita. Siamo comunque pienamente sodddisfatti della decisione di oggi della corte d'appello".