Stazzema, i leader si fanno di nebbia. La lotta al nazismo? Basta un tweet

Per la prima volta nessun politico di alto livello ha partecipato alla cerimonia per ricordare l’eccidio. Il senatore azzurro Mallegni tra i pochi in prima fila: "Questo vuoto istituzionale deve far riflettere"

Le presenze istituzionali alla commemorazione dell'eccidio

Le presenze istituzionali alla commemorazione dell'eccidio

Stazzema (Lucca), 13 agosto 2022 - Cinquecentosessanta innocenti trucidati dai nazifascisti esattamente ieri 78 anni fa, e per la prima volta neanche un politico d’alto livello dello Stato, del Governo e del Parlamento s’è arrampicato su quest’angolo di paradiso della Versilia, che all’alba del 12 agosto diventò l’Inferno in terra perché si trovava lungo la Linea Gotica e sulla via della ritirata della Wehrmacht, delle SS, dei Repubblichini. Immancabili i videomessaggi e le dichiarazioni online: ma tra chi ha incarichi di rilievo s’è fatto vedere solo il senatore Massimo Mallegni, vicepresidente del gruppo di Forza Italia a Palazzo Madama. Dimenticanze? Impegni per ottenere candidature nei difficili collegi delle elezioni settembrine? Le assenze hanno suscitato malumori.

A pensar male si fa peccato e però si azzecca, diceva Giulio Andreotti. Conosceva i suoi polli. Mentre echeggia la polemica sulla Fiamma Tricolore nel simbolo di Fratelli d’Italia, c’è qualche sospetto che la politica abbia momentaneamente accantonato le vere vittime del fascismo. Che per qualcuno l’accento sulla lotta al fascismo abbia valore soprattutto per lo scontro politico attuale. La celebrazione di ieri ha sconcertato proprio il senatore Mallegni, pietrasantino, che però rifugge dalle polemiche dirette: "Non so perché non c’erano politici di rilievo nazionale a S.Anna. Da 30 anni io ci vado con lo spirito di chi vuole evitare che ricapitino simili disgrazie. Sono tornato con rispetto, ma effettivamente non c’era nessuno. Silenzi anche nei giorni scorsi. La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola e il presidente della Camera Roberto Fico hanno fatto interventi video, probabilmente non potevano venire di persona. Il vuoto istituzionale di ieri mi ha fatto riflettere, una volta c’era un’enfasi maggiore. Però il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, è stato ottimo ed equilibrato, adeguato allo spirito di fratellanza necessario. Chi ha responsabilità politica deve unire, invece qualche sbavatura c’è stata".

L’orazione ufficiale è stata affidata alla sindaca di Marzabotto, località che per decenni, nella Prima Repubblica, sembrava l’unica sede di stragi naziste degna di memoria (con ben 1.830 martiri). Il riconoscimento a S.Anna arrivò dopo, i 174 morti del Padule di Fucecchio tra Firenze e Pisa (23 agosto 1944) hanno ricevuto ancor meno attestazioni. Grazie a una legge, i risarcimenti mai pagati dalla Germania saranno versati a sopravvissuti ed eredi dall’Italia. Le procure tedesche hanno rifiutato i processi a tanti aguzzini. Ma Valentina Cuppi, la sindaca emiliana per l’appunto, ha detto: "Tutti noi che siamo qui ci prendiamo un impegno: essere partigiani dell’oggi e quindi dalla parte dei valori della Costituzione. Da qui è partita la raccolta di firme per la legge popolare antifascista".

Una proposta lanciata dal sindaco stazzemese, Maurizio Verona, che così spiega le assenze politiche: "Il 12 agosto non eravamo mai stati sotto elezioni. Abbiamo voluto che S.Anna non diventasse una passerella da campagna elettorale. Abbiamo invitato i parlamentari, ma non li volevamo come oratori". Così al loro posto sono venuti per lo più i sindaci. "Anche quelli di Lucca, Pisa e Carrara, guidati dal presidente della Regione". Proprio Giani ha ricordato la Rete dei Comuni teatro di stragi nazifasciste nata attorno al sacrario di S.Anna: "Nella Seconda guerra mondiale la Toscana ha subìto più di 150 eccidi, ma finora il protocollo è stato sottoscritto solo da 80 Comuni. Con questo accordo ci impegniamo a non cadere più nell’oblio: ma la crudeltà e brutalità che vediamo in Ucraina ci fa capire che quei pericoli si stanno riaffacciando".

All’alba di quel 12 agosto tre colonne di militari e irregolari iniziarono una carneficina mostruosa tra residenti e sfollati sulle montagne. Tantissimi furono i bambini ammazzati. Una donna incinta fu sventrata, il feto estratto dall’utero ancora attaccato al cordone ombelicale. Fatti da non ricordare solo quando fa comodo. Il presidente galantuomo, Sergio Mattarella, venne qua nel 2020. Ieri ha detto: "La memoria dell’eccidio di Sant’Anna è, per l’intera Europa, una spinta costante a mantenere al primo posto il tema del rispetto della vita delle persone". Diamola tutti questa spinta, anche a quelli che ieri erano al mare.