Giovedì 25 Aprile 2024

Stazione spaziale cinese, slitta il rientro. Quando (e dove) cadrà sulla Terra

Cambiano le stime sull'orario in cui la Tiangong-1 dovrebbe precipitare sul nostro pianeta. Non è ancora possibile escludere che qualche frammento del satellite cinese in caduta arrivi fino al suolo in Italia, diverse le regioni a rischio (ma la probabilità è molto bassa). I consigli della Protezione Civile Dov'è caduta (e a che ora) la stazione spaziale cinese Ultime notizie: nuovo orario di rientro. E spunta una foto dall'Italia

La stazione spaziale cinese Tiangong- 1 (Ansa)

La stazione spaziale cinese Tiangong- 1 (Ansa)

Roma, 1 aprile 2018 - La stazione spaziale cinese fuori controllo rientrerà - si fa per dire - sulla Terra oggi. O forse no. Quando cadrà, precipitando verso il nostro pianeta, è ancora un 'giallo'. Dopo che nei giorni scorsi si era parlato delle 11.26 italiane, ieri si è appreso che l'orario potrebbe slittare in serata, se non addirittura nella notte tra domenica e lunedì. Nel punto stampa presso la sede del Dipartimento della  Protezione Civile, fatto nel tardo pomeriggio, il momento del rientro, già in precedenza spostato alle 21.03 italiane, è stato portato alle 00.34 del 2 aprile. 

Dov'è caduta (e a che ora) la stazione spaziale cinese 

Ultime notizie: nuovo orario di rientro. E spunta una foto dall'Italia

L'orario viene indicato con un margine di incertezza di più o meno 5 ore con confidenza (cioé intervalli di probabilità) dell'80%, margine che raddoppia (quindi più o meno 10 ore su quella indicata) con intervallo di confidenza al 95%, vale a dire ancora più attendibile.  Le orbite previste sull'Italia prevedono 4 finestre: una prima opportunità di passaggio è tra le 4,25 e le ore 4.55 del 2 aprile ora italiana; la seconda finestra si colloca tra le ore 5,58 e le 6,28 del 2 aprile; la terza è tra le ore 7,30 e le ore 8; la quarta tra le 9,02 e le 9,32 su diverse porzioni del territorio italiano. Alla conferenza stampa hanno preso parte il Capo del Dipartimento, Angelo Borrelli, e il Direttore dell'Ufficio Emergenze, Luigi D'Angelo, oltre ai referenti dell'Agenzia Spaziale Italiana. Il tavolo tecnico si aggiorna a domani alle ore 18. I dati sono in continuo aggiornamento da parte dell'Asi, l'Agenzia spaziale italiana. 

L'impatto con l'atmosfera dovrebbe avvenire quando la Tiangong 1 (letteralmente 'Palazzo celeste' in mandarino) sarà alla quota di 80 chilometri. E se di sicuro questa sorta di cilindro lungo 10,5 metri andrà in pezzi al momento dell'impatto, è anche possibile che alcuni frammenti arrivino a toccare il suolo, ad esempio quelli costruiti con materiali più robusti come il titanio. "Al momento non è ancora possibile escludere questa remota possibilità", afferma l'Agenzia Spaziale Italiana in una nota diffusa nel pomeriggio. Non è un pesce d'aprile, sia chiaro, ma le probabilità che ciò accada, dice ancora l'Asi, sono stimabili intorno allo 0,2%. Anche in questo caso, "le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all'orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all'attività solare".  La possibilità, invece, di ferire una persona è "una su mille nel mondo", dice Claudio Portelli, dell'Asi. "Una delle accortezze - viene ribadito nuovamente - è di non toccare i frammenti e chiamare subito gli enti competenti, polizia, carabinieri e vigili del fuoco".

Cambiano anche le zone interessate dalla caduta della stazione spaziale cinese. Dai dati è possibile desumere che la Liguria e l'Emilia Romagna non sono interessate dal rientro ed è stato ridotta di 120 chilometri l'incertezza sullo spazio presunto di caduta dei detriti. Potenzialmente le regioni che potrebbero essere coinvolte sono ancora Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La probabilità d'impatto al suolo a livello mondiale resta contenuta tra le latitudini inizialmente indicate: 44 N e 44 S.

LA FOTO - Nel frattempo, il satellite cinese in caduta è stato fotografato, in compagnia di Marte e Saturno, dalle 'sentinelle' italiane dei detriti spaziali del gruppo Gauss (Gruppo di astrodinamica per l'uso dei sistemi spaziali), attivo presso l'osservatorio di Castelgrande, in Basilicata. L'immagine, diffusa anche da siti internazionali, risale al 31 marzo, grazie ai passaggi della Tiangong 1 sull'Italia,  ben visibili in particolare nelle regioni meridionali. Obiettivo del gruppo di esperti, che fa capo all'osservatorio di Capodimonte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), è studiare le caratteristiche dei detriti spaziali e dei cosiddetti Neo (Near Earth Objects), gli oggetti in orbita vicino alla Terra che comprendono i tanti asteroidi di passaggio. 

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COM'E' FATTA TIANGONG-1 - La stazione spaziale cinese  - come detto - è una sorta di cilindro lungo 10,5 metri, ha un diametro di circa tre metri e due pannelli solari delle dimensioni di sette metri per tre; al momento del lancio pesava otto tonnellate e mezzo e ha ancora a bordo 3,5 quintali di propellente. E' stata lanciata in orbita a fine settembre 2011, ma il 16 marzo 2016 il centro di controllo cinese a terra ha perso la capacità, in maniera irreversibile, di comunicare e impartire comandi al veicolo spaziale. Da allora sono passati due anni e naturalmente la stazione spaziale ha perduto progressivamente quota. Ora precipiterà senza controllo, non potendo essere più programmata un'accensione dei motori per un rientro guidato.

I CONSIGLI DELLA PROTEZIONE CIVILE - Sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, il Dipartimento della Protezione civile fornisce alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione:

- è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;

- i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;

- all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;

- è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;

- alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.