Giovedì 18 Aprile 2024

Statue e musei Patrimoni devastati

Oltre 300 le biblioteche distrutte, 86 milioni di volumi a rischio. "Mosca vuole un genocidio culturale"

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di Roberto Giardina

BERLINO

Che cosa sarebbe l´Italia se le sue città d’arte fossero state distrutte dalle bombe, i musei depredati, il passato cancellato? La guerra minaccia di distruggere la stessa identità del popolo ucraino, la sua lingua. Finora sono andate distrutte quasi trecento biblioteche. Anatalolii Krhomov, direttore degli archivi nazionali di Kiev, è all´opera per mettere in sicurezza, salvare libri, manoscritti, documenti, come uno dei monuments men, i militari del corpo speciale americano, incaricato di salvare le opere d´arte d’Europa durante l’ultima guerra.

"Putin vuol compiere un genocidio culturale", denuncia Krhomov. Deve salvare 86 milioni di volumi e manoscritti, alcuni ancora scritti su corteccia di betulla e i manoscritti di scrittori come Michail Bulkakov, l’autore de Il maestro e Margherita. Solo lo 0,6 per cento dei testi conservati nele biblioteche e negli archivi ucraini è stato digitalizzato.

Per secoli un esercito vittorioso aveva come premio tre giorni per saccheggiare le città conquistate, e per stuprare. Avvenne a Roma e a Costantinopoli. I soldati di Napoleone erano coperti di cenci e rubavano perfino le scarpe, all’inizio della campagna d´Italia. Poi Bonaparte saccheggiò i nostri musei e le chiese, anche i cavalli di San Marco, presi dai veneziani in Oriente, e poi restituiti dai francesi a Venezia. Nei secoli tutti hanno saccheggiato e sono stati depredati. I nazisti rubarono da 10 a 15 milioni di libri antichi in Francia, ne tornarono poco piú di 40mila. I sovietici nel ’45 si presero una Madonna di Raffaello a Dresda, restituita dieci anni dopo.

"Monuments Men" (2014) diretto e interpretato da George Clooney, tratto dal saggio di Robert Edsel, racconta una storia vera. Gli esperti d’arte, i critici e gli intellettuali in divisa salvano i capolavori europei. Il Kunstschutz nazista (difesa dell´arte) aveva in apparenza lo stessa missione di Clooney, salvare le opere d’arte, ma perché finissero nel museo che Hitler sognava di costruire a Linz, nella sua Austria, che sarebbe stato il più grande al mondo. Dopo la guerra, gli Alleati restituirono all’Italia 252mila oggetti d´arte, ma solo una quarantina dalla Germania. Secondo l´elenco stilato da Rodolfo Siviero, il nostro Monument Man, 1653 opere d´arte sono ancora nei musei tedeschi, o nelle case di milionari collezionisti.

Siviero, nato vicino a Pisa nel 1911, morto nel 1983 a Firenze, dove è sepolto, per decenni ha difeso il nostro patrimonio artistico. Da giovane entrò al Sim, il Servizio segreto militare, e fu mandato in Germania nel ´37, ma era antifascista, e nel ´43 divenne partigiano. Grazie ai suoi contatti, riuscì a prevenire i furti, come nel ´44 per l´Annunciazione di San Giovanni, tempera su tavola del Beato Angelico, conservata nel convento francescano ad Arezzo. O la Danae di Tiziano custodita nel museo di Capodimonte. Continuò a nel dopoguerra a recuperare i capolavori trafugati. "Non basterebbero tre vite, si rammaricò per portare a termine la mia opera".