Mercoledì 24 Aprile 2024

Statue e misteri sardi come in Egitto Scoperti due giganti di tremila anni

Ritrovate le statute dei pugilatori: appartenevano al popolo dei nuraghi che alcuni storici associavano ai nemici del Nilo

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di Aristide Malnati

Uno dei più affascinanti e dibattuti misteri della storia del Mediterraneo si arricchisce di nuovi, importanti manufatti. Nei giorni scorsi, nel cuore della Sardegna, culla dell’enigmatica civiltà nuragica, sono state rinvenute due statue gigantesche di oltre 3000 anni (quindi durante il momento di maggior floridezza del popolo dei nuraghi) di una tipologia nota: sono tra le raffigurazioni meglio conservate (quasi interamente, se si considera il cospicuo numero di frammenti trovati a lato dei pezzi principali) di due pugili colti, con grande realismo, in tutta la plasticità del loro gesto sportivo.

L’eccezionale ritrovamento è avvenuto nella necropoli nuragica di Mont’e Prama a Cabras (la parte centrale della penisola del Sinis), nota per essere centro della civiltà nuragica e per aver palesato dal 1974 tombe di ragguardevoli dimensioni e, appunto, sculture antropomorfe di umani giganteschi, oggi conservati nel locale Museo civico Giovanni Marongiu e nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.

Una ricca messe di manufatti che da subito ha posto quesiti inquietanti: perché rappresentare uomini di dimensioni colossali? Sono davvero esistiti o sono la metafora (come credono gli esperti) di una società che in questo modo si autocelebrava e si riteneva prescelta dagli dèi? I due nuovi giganti sono appunto formidabili pugilatori: sono caratterizzati da un imponente scudo flessibile che copre il ventre e si avvolge attorno al braccio, un elemento fondamentale nell’esercizio di quella pratica sportiva (la cui origine va quindi spostata a prima delle civiltà classiche).

La coppia di statue va, come anticipato, ad aggiungersi al gran numero di manufatti in pietra arenaria di arcieri, guerrieri, pugili e atleti in genere che hanno reso famoso un antico popolo di cui si sa ancora poco. Sono parecchi gli storici che associano la presenza, anche se verosimilmente a livello mitologico, di una popolazione di giganti con altri esseri colossali narrati nei miti degli antichi popoli mediterranei: si pensi a Sansone e i filistei in area semitica o a figure gigantesche testimoniate nella statuaria e tra le raffigurazioni tombali in Egitto. Anzi proprio questo importante parallelo tra Sardegna e Antico Egitto rende più verosimile l’identificazione dei sardi nuragici con gli Shardana, il più agguerrito tra i popoli del mare che attorno al 1700-1600 a.C. misero a ferro e fuoco il Paese del Nilo, arrivando per un breve periodo a detenere il potere al posto dei faraoni.

"Un risultato rilevante, quello degli ultimi giorni di uno scavo (cominciato solo nel mese di aprile) che promette nuovi, importanti rinvenimenti una volta che gli archeologi si estenderanno in altre aree sepolcrali o urbane", ha dichiarato la soprintendente archeologica della Regione Sardegna Monica Stochino; e il ministro della Cultura Dario Franceschini ha ricordato che la scoperta è frutto della sinergia della Fondazione che unisce il Comune di Cabras, il ministero della Cultura e la Regione Sardegna.

Le novità non finiscono qui: altri particolari ben evidenziano la capacità organizzativa e l’eccellenza tecnologica della civiltà nuragica: Alessandro Usai, studioso da anni dei nuraghi e direttore di numerosi scavi, ha rilevato la raffinatezza edilizia di queste necropoli e del loro contesto: "Appare sempre più evidente – dice Usai – l’esistenza in antico addirittura di una colossale strada funeraria, pensata su scala gigantesca e destinata a facilitare la preghiera e il culto dei defunti per generazioni successive". "Un percorso maestoso, unico nel suo genere. Perché era gigantesca? Solo per motivi simbolici o per esigenze reali? Un mistero nel mistero, a cui presto cercheremo di trovare risposte", conclude.