Il reportage: statue coperte e messe nei bunker. Così Leopoli si prepara alle bombe

Il Cristo ligneo al sicuro come nella Seconda Guerra mondiale. La popolazione prega e aspetta il peggio

La statua del Cristo Salvatore della cattedrale armena di Leopoli portato al sicuro

La statua del Cristo Salvatore della cattedrale armena di Leopoli portato al sicuro

Nell’ovest dellUcraina Cristo si è fermato a Leopoli ed è nascosto in un bunker. Al momento è al riparo ma nessuno è in grado di dire per quanto. I volontari lo hanno rimosso dall’altare della cattedrale armena nel centro della città e lo hanno trasportato in spalla in un luogo sicuro su ordine del dipartimento per la protezione del patrimonio storico. È la lunga via crucis dell’arte ucraina minacciata dalla possibile incursione russa, diventata sempre più concreta dopo il bombardamento di ieri dell’aeroporto di Vinnytsia, a circa 300 chilometri da Leopoli, considerato un posto sicuro fino a qualche giorno fa. La distanza dalle bombe si sta riducendo e, in attesa dell’incubo, la città si sta organizzando come può, nascondendo i capolavori nei rifugi e affidandosi a rotoli di pluriball per proteggere le statue che non possono essere rimosse.

Per il resto si può solo pregare ed è quello che i cittadini continuano a fare senza sosta. Una preghiera di resistenza, una preghiera attiva, che passa per azioni concrete come stipare cibo e beni di prima necessità nelle sagrestie delle chiese, come sta avvenendo da giorni in quella dei Santi apostoli Pietro e Paolo. A sinistra della lunga navata risalente al XVII secolo, c’è un’ala dedicata alle vittime registrate dall’inizio della guerra, che non è cominciata il 24 febbraio scorso ma nel 2014. Al di fuori dell’Ucraina sono in tanti a dimenticarlo, anzi molti non lo sanno neppure. Per chi entra non c’è pericolo di ignorarlo, ai piedi della croce c’è un cimitero di colpi di mortaio, bombe esplose, cartucciere e proiettili che hanno segnato il percorso di sangue degli ultimi 8 anni. Grandi pannelli pieni di foto delle vittime ricordano a tutti che i morti non sono solo numeri. Tra loro non mancano i ritratti di tanti bambini, danni collaterali di una guerra combattuta tra popoli che storicamente si sentono fratelli ma che politicamente sono nemici distanti. Due giorni fa eravamo in quella chiesa, al termine della messa il parroco ha salutato i fedeli dicendo loro: "Andate in pace, vi auguro un cielo senza missili sulla testa".

La speranza non basta più, bisogna organizzarsi. E così, mentre all’interno si celebrava Cristo, all’esterno impacchettavano le statue dei santi con nastro e bolle.

Leopoli si sta riempiendo di testimoni ciechi e muti, un piccolo esercito di fantasmi immobili. Tim Le Berre, a capo dell’unità conservazione nei musei militari dell’esercito francese, ha pubblicato su Twitter la foto della scultura lignea durante il trasporto. "L’ultima volta fu portata fuori durante la II Guerra mondiale", ha spiegato. L’ultima volta, quell’immagine era in bianco e nero. Altra guerra, altro tempo, stessa paura.