Martedì 23 Aprile 2024

Statua di Bud, schiaffoni tra Livorno e Napoli

La città toscana l’ha rimossa nel 2019: "Era un abuso sul lungomare". Il capoluogo campano: "La mettiamo noi nel quartiere dov’è nato"

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di Michela Berti

"Non ho mai rincorso le donne degli altri perché non riesco a entrare negli armadi quando i mariti tornano all’improvviso". L’ironia è di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, l’attore che ha appassionato il mondo con le sue scazzottate, rese ancora più clamorose quando era in compagnia dell’amico Terence Hill. Un personaggio cult del cinema al quale la città di Livorno, negli anni del sindaco grillino Filippo Nogarin, dedicò una statua poi rimossa dalla nuova amministrazione di centrosinistra guidata da Luca Salvetti. Tra i due litiganti si è inserita Napoli dove l’attore è nato, nello storico quartiere di Santa Lucia. La città natale di Bud Spencer potrebbe riscattare la statua dell’illustre concittadino così da rendere omaggio a questa icona del grande schermo, con il pressing del consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli che ha lanciato una campagna di mobilitazione.

Napoli vuol bene a Bud: una mostra è stata realizzata nel 2019 in suo onore a Palazzo reale con cimeli della sua vita, da studente universitario a nuotatore ad attore. Insomma una dichiarazione d’amore. I familiari più volte hanno sottolineato il fortissimo legame con la città partenopea.

Ma molti film con Spencer furono girati in Toscana e anche a Livorno da qui l’idea, nel 2019, di realizzare una statua in ricordo di questo artista che l’allora sindaco grillino fece piazzare proprio sul lungomare. Una statua che ripropone la sagoma dell’attore, realizzata dal famoso carrettista viareggino Fabrizio Galli. Fu inaugurata con una cerimonia in pompa magna, alla presenza delle figlie di Pedersoli.

Su quel lungomare a pochi metri dalla prestigiosa Accademia Navale, però l’omaggio all’omone Bud è rimasto appena centoundici giorni. Terminato il mandato amministrativo dei pentastellati e arrivato il sindaco Salvetti, la statua venne caricata su un furgone e portata via dagli addetti del Comune. L’amministrazione livornese giustificò la rimozione con la necessità di riparare i danneggiamenti per l’esposizione al salmastro. Subito però, sui social, scoppiò la polemica che trasformò questa vicenda in una resa di conti tra grillini e anti-Nogarin; tra chi la considerava il giusto tributo a un attore simbolo del cinema nostrano e chi la riteneva una ‘bruttura’. "La statua – dice il sindaco Salvetti – era stata posizionata in maniera del tutto abusiva. Non esiste un atto che certifichi la proprietà di quest’opera. Abbiamo chiesto all’artista di donarci la statua ma lui, non avendo ancora ricevuto i soldi che erano stati pattuiti con la precedente amministrazione e con Riccardo Minetti che aveva promosso un’operazione di crowdfunding, non ha accettato".

Così quell’omone con il cappotto scuro e il berretto calato sugli occhi proprio come nei due film ‘Bomber’ e ‘Lo chiamavano Bulldozer’ girati tra Livorno, Pisa e Viareggio, resta ancora rinchiuso in attesa che le pastoie burocratiche mettano fine a questa vicenda che ha assunto i contorni grotteschi. A Livorno c’è ancora chi mostra su Facebook selfie in compagnia di Bud, un metro e novanta di vetroresina che accenna un sorriso. Bud Spencer è morto nel 2016. Chissà come se la ride, guardando dall’alto chi litiga per lui.