Statua di Canova danneggiata per un selfie, identificato il turista austriaco

L'uomo ha ammesso le sue responsabilità e si è detto pronto a pagare i danni. E poi scrive a Vittorio Sgarbi

Paolina Borghese di Antonio Canova, l'originale in marmo conservato a Roma (Wikipedia)

Paolina Borghese di Antonio Canova, l'originale in marmo conservato a Roma (Wikipedia)

Venezia, 4 agosto 2020 - È stato individuato e ha ammesso la propria responsabilità il turista austriaco che sabato scorso aveva danneggiato il modello in gesso della statua 'Paolina Borghese' di Antonio Canova nella Gipsoteca di Possagno per scattarsi un selfie. L'uomo, che si è anche detto pronto a pagare le conseguenze del suo danno, è stato identificato dai carabinieri della stazione di Pieve del Grappa (Treviso) che hanno fatto scattare subito le indagini dopo la segnalazione del danno da parte del personale del museo in provincia di Treviso, dove sono custoditi i gessi dello scultore veneto. 

A incastrare l'austriaco sono state anche le immagini delle telecamere di sorveglianza. Nei video, infatti, sono immortalate tutte le fase del danneggiamento, avvenuto intorno alle 12.30 del 31 luglio. L'uomo, che era in visita insieme a un gruppo di connazionali, è stato filmato mentre si sdraiava a fianco della statua, scattando fotografie. Nel rialzarsi però era scivolato, rompendo involontariamente tre dita del piede della statua, il cui originale in marmo è conservato alla Galleria Borghese a Roma. Accortosi del danno causato, si era poi allontanato.

Attraverso il registro delle visite - obbligatorio anche per le norme di sicurezza anti Covid-19 - gli uomini dell'Arma sono risaliti alla donna che aveva effettuato la prenotazione per conto del gruppo, che è risultata essere proprio la moglie del danneggiatore.  Ora il fascicolo è stato trasmesso alla Procura della Repubblica di Treviso.

Da quanto si è appreso, inoltre, l'uomo ha anche scritto a Vittorio Sgarbipresidente della 'Fondazione Antonio Canova' e trai i primi a denunciare il danneggiamento anche sui social. "Volevo/vorrei auto-denunciarmi, dopo che oggi ho letto dell'incidente sui giornali austriaci, e mi è subito stato chiaro che dovevo mettermi in contatto - si legge nella missiva -. Già prima di questa mail, io ho chiamato il signor Vittorio Sgarbi e il Museo, senza però raggiungerli personalmente.  Io rimango a completa disposizione per questo incidente, è stato un comportamento irresponsabile da parte mia, le conseguenze non mi erano note, pertanto ho continuato normalmente la visita al museo e l'intero soggiorno in Italia (non sono "fuggito")". 

Nella lettera l'uomo ha spiegato di trovarsi in Italia per festeggiare i suoi 50 anni e di non essersi reso conto del danno causato. "Chiedo informazioni sui passi che sono necessari da parte mia in questa situazione per me molto spiacevole e per la quale, in primo luogo, mi scuso in tutti i modi - conclude il turista -Rimango a vostra disposizione per e-mail, telefono o, se necessario, volentieri anche personalmente, per qualsiasi informazione e in qualsiasi momento".  Vittorio Sgarbi, dal canto suo, ha spiegato di apprezzare "il senso civico di questi cittadino" e di prendere "atto delle sue parole di imbarazzo per quanto accaduto".