Giovedì 25 Aprile 2024

Stasera niente spettacoli Cala il sipario sul cinema

Migration

di Marco Buticchi

L’immagine del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da solo dinanzi al Vittoriano ci tornerà in mente. In quel fotogramma si condensano paure e privazioni di due anni vissuti sul set di un lungometraggio di fantascienza.

Le strade deserte nelle ore di punta, le notti silenziose, la gente chiusa in casa sono l’emblema della responsabilità degli italiani dinanzi all’emergenza. Ma rappresentano anche una ferita nell’economia difficile da rimarginare. La libertà cancellata ha fatto vacillare coscienze e ideali.

Ma quanto le drastiche prescrizioni hanno condizionato il futuro della stabilità economica? Pensate alle aziende e ai lavoratori falcidiati dalle restrizioni e subissati dai debiti dovuti ai mancati incassi. Potremo ancora andare al cinema in futuro? In discoteca? Frequentare un hotel nelle città d’arte? Entrare in un’agenzia di viaggi? Andare a teatro e applaudire gli attori? L’intero commercio di prossimità langue per non dire peggio.

Insomma, dalla pandemia l’economia esce ben più malata che dopo la peggiore crisi. Chissà se mai avrà la forza di rialzarsi. E chissà come noi ci adatteremo al deserto lasciato dalla chiusura di tante attività. Per ricostruire un mondo zoppo c’è bisogno di entusiasmo, voglia di fare, coraggio, risultati, libertà di operare. Tutte virtù che la pandemia ha cancellato per due anni.

Oggi vedo un’umanità stanca di vivere sotto la spada di Damocle. Speriamo che i grandi della Terra se ne accorgano per tempo e corrano ai ripari prima che sia troppo tardi.