Venerdì 19 Aprile 2024

Stangata elettricità Rincari del 59%, salasso in famiglia: 700 euro in più

L’Authority alza i prezzi del mercato tutelato e avverte: va prorogato. A novembre tocca al gas. Governo al lavoro per i sostegni

di Antonio Troise

Un salasso dopo l’altro. Le bollette delle elettricità continuano nella loro folle corsa al rialzo. Nel quarto trimestre l’impennata sarà del 59%, portando la spesa della famiglia tipo a quota 1.322 euro, più del doppio rispetto ai 632 euro del 2021. Secondo i calcoli dei consumatori, la stangata potrebbe raggiungere i 1.782 euro all’anno in più. Non nasconde i suoi timori la Confcommercio che parla di un "fardello sempre più pesante per la micro-impresa". Ma i dati comunicati ieri dall’Arera, l’Agenzia che vigila sull’energia, sono ancora più preoccupanti. Perché senza l’"intervento straordinario" dell’Authority presieduta da Stefano Besseghini, la stangata sulle famiglie avrebbe potuto essere devastante, arrivando al 100%: è stato così deciso di posticipare "eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch’essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati".

L’Agenzia ha anche chiesto di posticipare il regime dei prezzi tutelati per la microimpresa di qualche mese (la scadenza è prevista a gennaio). Una proroga che dovrebbe essere estesa automaticamente anche alle famiglie. Resta il fatto che nel terzo trimestre 2022, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) infatti è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021". Come a dire: il rischio di una ulteriore crescita dei prezzi è tutt’altro che remoto.

Dopo la luce, il gas. L’Autorità farà conoscere le sue decisioni a novembre, e da ora in poi comunicherà gli aumenti mese per mese. "Il prezzo del gas non dovrebbe raddoppiare il prossimo mese e non abbiamo in questo momento un’evidenza di un’esplosione significativa della morosità", ha detto Besseghini. Ma le tensioni sui mercati internazionali, soprattutto dopo il sabotaggio del gasdotto Nord Stream, hanno di nuovo fatto salire il livello di allarme anche in Italia. Non a caso si sono intensificati, negli ultimi giorni, i contatti fra il presidente del Consiglio e la premier in pectore, Giorgia Meloni, per mettere a punto in tempi strettissimi, prima del varo della legge di bilancio, un decreto di emergenza contro il caro-bollette. Allo studio un intervento che potrebbe oscillare fra i 15 e i 20 miliardi, più o meno la stessa cifra messa in campo con il decreto aiuti-ter. Con un ulteriore allargamento della platea delle famiglie beneficiarie dei bonus anti-rincari, ferma attualmente a una soglia Isee di 15 mila euro. Allo studio anche interventi per le piccolissime imprese, gli artigiani e i commercianti. Il nodo da sciogliere, ovviamente, resta quello delle coperture. La dote potrebbe salire fino a 20 miliardi, considerando non solo il tesoretto di 10 miliardi lasciato in eredità dal governo Draghi fra le pieghe del bilancio. Ma anche la dote di 4 miliardi di spese ministeriali da riprogrammare e altrettanti della seconda rata della tassa sugli extraprofitti.

Per il 2023, poi, servirebbero non meno di 40 miliardi per rifinanziare tutti gli interventi già messi in campo da Draghi contro l’impennata dei prezzi dell’energia mentre in cassa ci sarebbe appena la metà della cifra. Per questo, dalle parti di Fdi si sta ragionando a come utilizzare parte dei fondi del Pnrr (più o meno 25 miliardi) per dare un sostegno alle famiglie e alle imprese. Un aiuto potrebbe arrivare anche dal pacchetto anticrisi che comprende periodi e quantità di razionamento obbligatorio dei consumi elettrici, i prelievi sulle entrate straordinarie accumulate dalle società che generano elettricità a costi bassi (rinnovabili, nucleare, lignite) e dalle società dei settori del petrolio, del gas, del carbone e della raffinazione. Misure che dovrebbero fruttare 140 miliardi per i governi da utilizzare per aiutare imprese e famiglie vulnerabili. Ma in questo caso i tempi non sarebbero compatibili col decreto di novembre ma con la Finanziaria del prossimo anno.