Stangata badanti. In un anno costano duemila euro in più. Allarme lavoro nero

L’adeguamento all’inflazione fa lievitare il salario medio a 30mila euro. Il sistema di detrazioni è insufficiente per chi assume in modo regolare

Una badante (foto d'archivio)

Una badante (foto d'archivio)

Si prepara un nuovo salasso per le famiglie italiane. Questa volta a far saltare i conti sono gli aumenti in busta paga previsti per colf e badanti a causa dell’inflazione. Oltre 150 euro in media al mese. Una stangata che però, in molti casi, può arrivare anche a duemila euro all’anno. Senza considerare l’altra faccia della medaglia: gli aumenti rischiano di alimentare ulteriormente il maxi-esercito di lavoratori domestici che operano al nero. I dati sono allarmanti: almeno un contratto su due è al nero. Senza considerare l’ampia area di grigio, quello dei contratti dove si dichiara solo una parte del reale compenso e l’altro sfugge sia al fisco sia all’Inps.

Ma quanto peserà l’inflazione? I calcoli sono presto fatti. In Italia, secondo un report di Assindatcolf, una persona non autosufficiente che vuole essere assistita in casa da una badante può arrivare a spendere 2.641,61 euro al mese, che diventano 29.783,14 euro all’anno: il costo comprende la regolare assunzione di una lavoratrice a tempo pieno in regime di convivenza ma anche quello di una sostituta, necessaria per coprire i giorni e le ore di riposo previsti obbligatoriamente dal contratto nazionale di lavoro Infatti, se l’esigenza è quella di avere un’assistenza continua (7 giorni su 7), oltre alla lavoratrice convivente dovrà essere assunta una badante in sostituzione, con costi che possono variare da 704 a oltre 1.124 euro al mese. Se si sommano le due voci, abbiamo un aumento che può sfiorare i duemila euro all’anno. "La cosa incredibile – dichiara Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – è che le famiglie sostengono questi costi in modo totalmente autonomo. L’attuale sistema fiscale consente ai datori di lavoro domestico di portare in deduzione solo una quota dei contributi versati all’Inps (per un massimo di 1.549,37 euro l’anno) e di detrarre una minima parte di quello che si spende per lo stipendio della badante, ma solo in presenza di redditi sotto i 40mila euro".

Eppure, si tratta spesso di servizi essenziali per le famiglie. "In Italia ci sono un milione di badanti, un numero superiore al personale ospedaliero – spiega Giuseppe Milanese presidente Confcooperative Sanità – bisognerebbe puntare soprattutto sull’assistenza domiciliare per aiutare le famiglie. Un ricovero ospedaliero, ordinario, costa 700-800 euro. Con le risorse dei ricoveri impropri potremmo attivare un’assistenza domiciliare in grado di erogare 240 ore di assistenza all’anno per un milione di anziani. Ci porterebbe in linea con gli standard europei e consentirebbe di creare nuova occupazione per 112mila professionisti della salute".