PARMA Arrestato per aver violato il divieto di avvicinamento all’ex compagna, è stato subito liberato. Il caso ha fatto discutere a Parma, dove il procuratore Alfonso D’Avino, raccogliendo la preoccupazione espressa dal sindaco Federico Pizzarotti ha spiegato che si tratta di un’anomalia, provocata da un contrasto tra norme alla quale bisognerebbe porre rimedio. Un invito a migliorare la legislazione a tutela delle vittime. L’allarme è stato dato il 26 gennaio dalla telefonata di un’anziana: "L’ex compagno di mia figlia sta ripetutamente bussando alla porta per entrare in casa". I carabinieri sono intervenuti e hanno arrestato in flagranza un 51enne: aveva violato l’ordinanza firmata dal Gip, scattata dopo varie denunce per stalking, maltrattamenti, minacce, lesioni. Pizzarotti si è detto "indignato" dalla notizia "come cittadino e come istituzione". "C’è qualcosa che non funziona in questo Paese, c’è qualcosa che non funziona nella legge, che in casi come questo deve essere ferrea, incisiva, efficace ed efficiente. Stiamo parlando di una donna sotto pericolo che ha tutto il diritto di vivere in piena serenità e tranquillità la propria vita. Di fronte a questo, non si può rimanere indifferenti né si può considerarlo una cosa normale. Le leggi se non funzionano vanno cambiate". Il procuratore ha detto di condividere le preoccupazioni del primo cittadino e ha precisato il contesto normativo in cui è stato emesso il provvedimento di liberazione da parte di un pm. Da un lato, infatti, la "polizia giudiziaria è obbligata all’arresto di chi viene colto nell’atto di violare il divieto di avvicinamento (reato di cui all’articolo 387 bis codice penale) ma, dall’altro, il pubblico ministero - al quale viene trasmesso il verbale di arresto per la convalida - non può richiedere nessuna misura coercitiva, ma deve disporne la liberazione". Una "situazione paradossale" che "si è venuta a creare dopo che, con legge 27 settembre ...
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