Giovedì 25 Aprile 2024

Sri Lanka, un mercoledì da leonesse La rivoluzione rosa arriva in surf

Il club tutto femminile dà una scossa al Paese. La fondatrice: "La mia famiglia mi voleva in cucina". Le ragazze per anni si sono incontrate clandestinamente per coltivare la loro grande passione

di Viviana Ponchia

La pacifica rivoluzione femminista sulle onde. Ovvero come passare dal tavolo da stiro alla tavola da surf. Un salto scontato in California, molto meno in Sri Lanka, dove il posto della donna è a casa o magari anche sulla spiaggia, ma a vendere alghe. In un Paese di molti contrasti, che per paradosso nel 1959 ha avuto la prima signora al mondo come primo ministro, le ragazze fino a ieri potevano guardare i turisti mentre domavano l’oceano nella Baia di Arugam, la Disneyland locale del surf. E limitarsi a sognare. Sanjava Shamali ha sognato fortissimo. E mentre fissava il fratello campione nazionale sbracciarsi nell’acqua a pancia in giù alla ricerca del momento perfetto ripeteva a se stessa: "Un giorno tutto questo sarà mio". Potere del desiderio.

Nel 2018, con la fondazione del primo surf club tutto femminile, ha guidato il pacifico colpo di stato che ha cambiato il suo piccolo villaggio e poi tutta la nazione. Due anni dopo si è presa la soddisfazione di partecipare a una competizione ufficiale con tanto di podio. E a 34 anni, madre di due figli e con un terzo in arrivo, si ritaglia ancora un posto fra le onde quelle tre o quattro volte alla settimana, come da noi si va in palestra, per tornare a gareggiare dopo il parto.

Non era per niente scontato. Soprattutto con un fratello come il suo, che dalla morte dei genitori le faceva da padre e stava sereno solo sapendola in cucina. E qui sbagliava. Le cucine possono diventare fucine di pensieri proibiti e sono il posto in cui vanno sul sicuro le vicine che vogliono fare amicizia. Tiffany Carothers si presentò un giorno del 2011 con il suo bel sorriso americano e una tavola giallo sole: "Vieni con me? Posso darti qualche lezione". Californiana, anche lei mamma, si era trasferita in Sri Lanka perché non esiste luogo migliore per trovare onde decenti. Sanjava aveva provato una volta sola, da piccola, con papà. Il secondo tentativo da adulta fu devastante e bellissimo, energia pura.

Biasimo in famiglia e studio immediato di un piano B: appuntamenti segreti in spiaggia all’alba o all’ora di pranzo, mentre il fratello-padrone era distratto da un piatto di chili fish curry. Nel giro di pochi anni lei e l’amica Tiffany fecero proseliti, convincendo un po’ tutti che fare surf non significava ammazzarsi o drogarsi come nei film e che per mantenere la pelle candida bastava mettere la protezione totale. Mormorii, entrata in campo delle autorità. "Mi dissero che rischiavo di essere sbattuta fuori dal Paese".

Il club delle onde scelse la clandestinità. Poi la Federazione surfistica dello Sri Lanka decretò che poteva bastare e nell’agosto 2018 nacque l’Aruga Bay Girls Surf Club, che oggi comprende ragazze dai 13 ai 43 anni. Aleggia fra i membri qualche senso di colpa, i tabù sono duri da superare. Ma per tante quelle ore sulla tavola sono meglio di una psicoterapia di gruppo. Per la cronaca: Sanjava ha ottenuto anche l’approvazione del fratello e non è raro vederli fare surf insieme al tramonto.