Green pass, cosa può cambiare: ecco il piano per salvare il Natale dal Covid

Brusaferro: "La protezione cala dopo 6 mesi, serve la terza dose". Le misure salva-Natale: capienze da rivedere

Una giovane si sottopono alla vaccinazione anti covid in un hub

Una giovane si sottopono alla vaccinazione anti covid in un hub

Un piano per salvare il Natale. E soprattutto per salvare i cittadini italiani dalla quarta ondata di Covid: l’ultimo allarme è per gli under 12, che non essendo vaccinati sono più esposti. Al momento la strategia del governo prevede le consuete ordinanze per fissare le fasce di popolazione target e lascia alle singole Regioni l’attuazione delle vaccinazioni. che sono la priorità. "La protezione del vaccino – ha ricordato il professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – cala dopo sei mesi, per questo è fondamentale la terza dose".

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Green pass, stretta in arrivo?

C’è dibattito sulla ipotesi – che però spacca il governo – se concedere il Green pass solo a vaccinati e guariti. La Lega è contraria, il ministro Speranza sarebbe favorevole. Con lui anche il Pd. Cauto M5s. Una decisione non è attesa a breve. E c’è anche un altro problema. Il pass ha validità un anno mentre il richiamo della terza dose va fatto a sei mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale. Significa che anche chi deciderà di non fare la terza dose avrà un Green pass valido. Forse a partire da gennaio la durata del Green pass per chi non ha la terza dose potrebbe essere ridotta a nove mesi.

Obbligo vaccinale per sanitari?

Di sicuro il piano del ministero della Salute prevede un intervento normaivo per due categirie a particolare rischio. Nella prossima settimana verrà emessa una ordinanza per stabilire l’obbligo di terza dose per il personale sanitario e per gli ospiti e i dipendenti delle Rsa. "Bisogna fare subito la terza dose ai sanitari – ha ribadito ieri il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – o sarà una tragedia".

Vaccino ai bambini?

Il governo è anche orientato, se il parere dell’Ema sulle vaccinazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni sarà positivo – parere chiesto il 18 ottobre e previsto tra metà e fine dicembre – aprire le vaccinazioni anche a questa fascia di età. "Assistiamo a un incremento dei casi di Covid-19 sotto i 12 anni d’età, in particolare nella fascia 6-11 anni – ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro – mentre la crescita è più contenuta fra i 12-15 e i 16-19 anni e questo è dovuto anche al numero di vaccinazioni eseguite in questa fascia di popolazione".

Stadi a rischio?

Confermatissime poi tutte le misure di distanziamento sociale. Se dovessero aumentare ancora i contagi è anche possibile un ripensamento per gli stadi e le manifestazioni sportive in genere, con una riduzione della capienza. Ma questo è di là da venire. "Bisogna correre con il richiamo per fermare la terza ondata, dobbiamo giocare d’anticipo perché il virus va veloce" ha detto ieri il ministro della salute Roberto Speranza, ma è un fatto sinora le prenotazioni delle terze dosi non hanno decollato. Siamo sempre sulle 130 mila dosi al giorno – i rivaccinati totali sono 2.7 milioni su 6 di platea – quasi un terzo di quel che servirebbe.

Regioni sotto pressione?

Si è mosso anche il commissario straordinario Figliuolo, che nei giorni scorsi ha scritto alle Regioni chiedendo di "rinforzare l’opera di informazione e sensibilizzazione sulla vaccinazione" di "garantire la possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub vaccinali senza prenotazione" e "ricorrere in modo sistematico alla “chiamata attiva”, procedendo alla prenotazione dei soggetti interessati alla dose “booster” con il più ampio coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri e dei farmacisti".

Verso più hub?

Negli uffici del commissario straordinario l’orientamento è attendere i primi dicembre per decidere se chiedere alle Regioni un ampliamento dei punti vaccinali che allo stato, si osserva "sono più che adeguati alla domanda". E questo è un altro problema, la domanda. "Nel Lazio – osservano negli uffici dell’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato – abbiamo 100 hub, 800 farmacie e 3.000 medici che stanno facendo le vaccinazioni e potremmo soddisfare una domanda di 70-80 mila vaccinazioni al giorno, ma attualmente siamo a 20 mila".