Mercoledì 24 Aprile 2024

Spina bifida, cerotto di staminali cura tre bimbi in utero

Svolta nella terapia prenatale: tre bambini con la malformazione congenita nati sani. La tecnologia innovativa sperimentata per la prima volta dalla Università della California Davis Health

Emily con la piccola Robbie, 15 giorni dopo la nascita (Ansa)

Emily con la piccola Robbie, 15 giorni dopo la nascita (Ansa)

Los Angeles, 8 ottobre 2022 - Tre bebè con diagnosi di spina bifida sono nati sani grazie a cerotti di staminali impiantati nell'utero della madre. La notizia arriva dall'Università della California - Davis Health che ha condotto una sperimentazione pioniera i cui risultati potrebbero rivoluzionare le cure prenatali. 

La spina bifida è un difetto congenito del tubo neurale (il precursore fetale del sistema nervoso, cervello e midollo spinale), che si presenta quando la colonna vertebrale è aperta (bifida) a causa di un'incompleta chiusura delle parti che costituiscono il canale spinale. Chi ne è affetto può manifestare sintomi neurologici (disturbi motori e ritardo mentale), alterazioni scheletriche, difficoltà nel controllo della funzione di organi interni, disturbi metabolici che portano ad obesità. La gravità della patologia varia a seconda delle forme di spina bifida. In alcuni casi la malattia può essere asintomatica, in quelli più gravi è incompatibile con la vita.  

Il rischio di spina bifida è il motivo per cui si somministrano acido folico e folati alle donne che intendono concepire un bambino e alle donne incinte nei primi mesi della gravidanza. La carenza di queste sostanze è infatti associata a un maggiore probabilità che il feto sviluppi questa malformazione. 

Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, in Italia i bambini che presentano un difetto del tubo neurale (DTN) sono 6 ogni 10mila nati (non si contano i casi di aborto spontaneo). Nel 50% dei casi si tratta di spina bifida. Le statistiche dell'Ospedale Bambin Gesù riportano un caso di mielomeningocele, la forma più grave di spina bifida, su mille gravidanze. 

L'equipe californiana della Davis Health ha raggiunto risultati promettenti in un trial clinico lanciato nella primavera del 2021, noto come "CuRe Trial: Cellular Therapy for In Utero Repair of Myelomeningocele"

La chirurgia per correggere il tubo neurale in utero viene già praticata da qualche anno. Nel 2020, ad esempio, al Policlinico Gemelli di Roma è stato eseguito un eccezionale operazione alla ventiseiesima settimana di gravidanza, uno dei primi in Italia. In cosa consiste allora l'innovazione californiana?

Stavolta alla tecnica già sperimentata è stato aggiunto l'uso di un cerotto di staminali provenienti dalla placenta della madre, che ha fatto da "ponte" e consentito una chiusura migliore del tubo. Le staminali infatti attecchiscono bene al feto e crescono con esso. 

Il team di chirurghi guidati da Diana Farmer sono intervenuti già su tre bimbi, nati poi sani. La prima, Robbie, ha da poco compiuto un anno. Sua mamma Emily racconta il momento in cui l'ha vista per la prima volta muovere le sue gambine. Il trial clinico monitorerà lo sviluppo di Robbie e degli altri due bambini fino a sei anni di vita. Intanto, visto il successo, la nuova tecnica verrà ripetuta su un campione di altri 35 feti. Trentacinque bimbi che potranno sperare in una vita normale.