Mercoledì 24 Aprile 2024

Sponsor e paradisi fiscali. "Gli 007 corrompono così"

L’ex capo degli analisti del Sisde: in questo mestiere non ci sono amici

Alfredo Mantici, ex capo degli analisti del Sisde

Alfredo Mantici, ex capo degli analisti del Sisde

Roma, 16 settembre 2022 - "Oggi non ci sono più i passaggi di valigette piene di dollari. Sono cambiati gli strumenti, ma non le finalità". Per Alfredo Mantici, ex capo degli analisti del Sisde e oggi professore di Indagini, investigazioni e cyber security all’Università degli studi internazionali di Roma, l’obiettivo degli 007 – di qualunque nazione – è sempre quello manipolare efficacemente il processo decisionale o i sentimenti dell’opinione pubblica dello Stato bersaglio.

Quali sono le differenze rispetto al passato? "Le modalità con cui si interferisce sono cambiate come sono cambiate le modalità della corruzione. Si sono adeguate alle nuove tecnologie: i fondi magari vengono trasferiti su conti alle Cayman".

Fino al 1989 c’erano referenti diretti: il Pci per l’Urss e la Dc per gli Usa. E oggi? "È come una qualsiasi attività di lobbying. Vengono studiati gli stakeholder (le persone direttamente o indirettamente coinvolte in un certo progetto o area, ndr) e vengono avvicinati. Oggi avviene in maniera più trasversale rispetto al passato, quando con Dc e Pci si andava a botta sicura".

In che modo arrivano i soldi? "Le faccio un esempio: quando un movimento politico organizza un evento, può arrivare una società straniera che si offre di sponsorizzarlo. C’è uno studio molto approfondito sulle persone che possono contare e su come portarli dalla propria parte. Dai politici ai giornalisti, passando dal mondo industriale e della finanza sono molti i bersagli".

Chi avvicina gli obiettivi? "Oltre agli agenti segreti, come ce li siamo sempre immaginati, ci sono gli agenti di influenza. Sono funzionari di intelligence che si comportano come lobbisti: pagano per influenzare i processi politici, mediatici e finanziari. È un lavoro che richiede un approccio psicologico e una grande capacità di raccogliere informazioni".

Quanti di questi agenti ci sono in Italia? "È impossibile quantificarli. Ma nel mondo dell’intelligence non esistono amici o alleati. Anche gli 007 di Stati vicini sono intenzionati a manipolare il processo decisionale o l’opinione pubblica delle altre nazioni".

Sono tutti a libro paga? "Sì. Anche chi lo fa perché ideologicamente convinto viene comunque remunerato: in questo modo viene indissolubilmente legato ai servizi".

Chi sono gli agenti di influenza più bravi? "I russi hanno una grande tradizione. Lo scoop di Paese sera sul golpe del 1964 ad esempio nacque da una informazione acquisita dal Kgb in merito al Piano Solo".

La blacklist sugli amici di Putin in Italia era di fatto una lista di agenti di influenza? "Sospetto sempre delle liste che vengono fuori da documenti articolati e complessi. Un elenco è sempre privo di tutte quei dubbi, cautele e spiegazioni che magari vengono dettagliati nel report completo".

Quali sono gli obiettivi dei russi per l’Italia? "Cambiare l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti della guerra di aggressione in Ucraina e convincere il fronte politico a fermare l’invio di armi".

E gli Usa? "Anche loro vogliono influenzarci, ma lo fanno con più mezzi e con più capacità di penetrazione, perché se diamo un aiuto sottobanco a un Paese alleato ci sentiamo meno traditori della patria. La rivelazione da parte del Dipartimento di Stato delle presunte ingerenze russe a due settimane dal voto è uno strumento per influenzare l’opinione pubblica. A maggior ragione visto che sono notizie di cinque-sei anni fa e non sappiamo nemmeno se l’Italia sia coinvolta. L’obiettivo, raggiunto, era quello di accrescere il disorientamento e la confusione".

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