Spiagge, proroga congelata. Il governo: l'estate è salva

L’esecutivo studia un decreto-ponte, i balneari vogliono concessioni fino al 2033. Ambulanti sul piede di guerra a Roma e Cagliari dopo l’ok alle gare per gli spazi

Vita da spiaggia

Vita da spiaggia

Ambulanti e gestori di stabilimenti balneari possono tirare un respiro di sollievo. E considerare praticamente in cassaforte i guadagni della prossima estate (al netto dell’effetto Covid). Il governo, infatti, ha per ora congelato il capitolo delle concessioni e del rinnovo automatico fino al 2033. A far scattare l’allarme, negli ultimi giorni, erano state le pressioni arrivate da Bruxelles, che ha già aperto una procedura di infrazione contro il nostro Paese e ha chiesto esplicitamente a Draghi di inserire la riforma delle concessioni nel Pnrr.

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Richiesta, per ora, rimasta nel cassetto. Il tema non è all’ordine del giorno, spiegano da Palazzo Chigi subito dopo il varo del Decreto proroghe. Se ne parlerà a tempo debito, aggiungono fonti del governo, magari con un provvedimento ponte in attesa di una riforma complessiva del settore.

Del resto, nel pieno dell’emergenza Covid, coi consumi al minimo e gli stabilimenti balneari che continuano a leccarsi le ferite per il prolungato lockdown, lo stop alle concessioni sarebbe stata una insopportabile stangata. Ma il problema è tutt’altro che risolto. Tanto che fra le associazioni dei concessionari di spiagge, che rappresentano circa 30mila soggetti, serpeggia molta preoccupazione. Mentre in alcune città, da Roma a Cagliari, gli ambulanti sono sul piede di guerra dopo la decisione delle amministrazioni comunali di mettere a gara le licenze. All’origine del problema c’è l’ormai famosa direttiva Bolkestein, dal nome dell’economista olandese che se l’intestò riuscendo a convincere nel 2006 la Commissione Ue guidata da Romano Prodi, a renderla obbligatoria per tutti gli Stati.

La norma, ispirata dai principi del libero mercato, impone infatti agli Stati di mettere a gara concessioni e servizi pubblici, allargando la competizione a tutti i soggetti europei. Una rivoluzione, se si pensa che nel settore della balneazioni le concessioni si rinnovano da padre in figlio, senza soluzione di continuità. Nella Finanziaria del 2019, durante il governo Conte I, venne inserito una norma ad hoc che non solo prorogava le concessioni fino al 2033, ma escludeva gli ambulanti dal perimetro di applicazione della direttiva Bolkestein.

Immediata la reazione europea, che aprì una nuova procedura di infrazione. Ieri, per rassicurare balneari e ambulanti, è sceso in campo il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia che ha spiegato che nel decreto varato ieri la proroga non c’è perché "non ce n’è bisogno. La norma già esiste", e l’estate è dunque salva. Sarà. Ma fra i vertici di settore della Cna, il campanello di allarme non si è spento: "La norma nel decreto era necessaria per dare certezze ai titolari di concessione la cui durata è stata prorogata fino al 2033 con la Legge di Bilancio 2019 e poi confermata con i Decreti Rilancio e Agosto. Migliaia di imprese balneari sono ancora in attesa dell’estensione della concessione scaduta nel 2020 anche per effetto delle sentenze dei Tar". Sulla stessa linea anche Maurizio Rustignoli, presidente nazionale Fiba, l’associazione delle imprese balneari aderenti a Confesercenti: "Accogliamo positivamente le dichiarazioni del ministro Garavaglia, ma le imprese hanno bisogno di certezze. E queste possono diventare definitive solo con il completamento della legge 145 del 2018 che ha esteso la durata delle concessioni".