Spese pazze al Pirellone, tra i condannati anche Bossi Jr e Minetti

Un anno e 8 mesi di carcere al capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, accusato di peculato

Nicole Minetti e Renzo Bossi (Newpress)

Nicole Minetti e Renzo Bossi (Newpress)

Milano, 19 aprile 2017 - Il Tribunale di Milano ha condannato a due anni e sei mesi Renzo Bossi, figlio di Umberto Bossi detto il Trota, e a un anno e 8 mesi l'ex igienista dentale di Silvio Berlusconi Nicole Minetti, tra i 57 imputati al processo sulla cosiddetta "Rimborsopoli" al Pirellone, tutti ex consiglieri ed ex assessori in Regione Lombardia tranne uno. I due sono stati ex consiglieri della Lega e del Pdl. Condannato a un anno e 8 mesi di carcere il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, accusato di peculato nel processo sulle  presunte 'spese pazze' coi fondi pubblici dei rimborsi assegnati ai gruppi consiliari della Regione Lombardia. Tra gli ex consiglieri regionali condannati, anche l'eurodeputato del Carroccio Angelo Ciocca (un anno e 6 mesi). In tutto sono state 52 le condanne inflitte dai giudici della decima sezione penale di Milano, presieduti da Gaetano La Rocca, e cinque gli imputati assolti o prescritti. 

L'ex consigliera regionale Nicole Minetti, eletta nel "listino" di Roberto Formigoni, è accusata di peculato per avere speso, in danno delle casse pubbliche, quasi 20mila euro, anche per pasti in ristoranti di cucina giapponese e per l'acquisto del libro  "Mignottocrazia"'.

Al "Trota" Renzo Bossi sono contestate spese per quasi 16mila euro anche in biscotti, caffe', red bull e altre bevande, brioche farcite, spremute e due spazzolini. All'europarlamentare Angelo Ciocca, noto anche per avere calpestato con la sua scarpa la lettera inviata dalla Ue sull'Italia per la manovra economica, vengono contestati poco piu' di 5 mila euro, per lo piu' in 'coperti' tra il 2010 e il 2012.

A Romeo la Procura ha contestato presunte spese indebite spalmate nell'arco di 4 anni per quasi 30mila euro, denaro speso in molti casi per pranzi e cene. I giudici, nel condannarlo a 1 anno e 8 mesi, sei mesi in meno rispetto alla richiesta del pm Paolo Filippini, con pena sospesa e non menzione, hanno considerato le attenuanti generiche dovute al fatto che ha già risarcito la Regione Lombardia. 

Per Ciocca la richiesta di condanna era stata di un anno e 10 mesi. La requisitoria del pubblico ministero si era tenuta quasi due anni fa, cioè nel marzo 2017.

 

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