Venerdì 19 Aprile 2024

Spese pazze in Liguria, inchiesta flop Tutti assolti: c’è anche un ex viceministro

Diciannove consiglieri prosciolti in Appello. Il leghista Rixi dovette dimettersi dal primo governo Conte. Salvini: ora le scuse dei giustizialisti

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di Ettore Maria Colombo

Sono stati tutti assolti in appello i 19 ex consiglieri della regione Liguria, tra cui l’ex viceministro della Lega Edoardo Rixi, oggi deputato e segretario della Lega Liguria. Gli accusati erano tutti accusati di peculato per le cosiddette "spese pazze" ottenute con i rimborsi elettorali. Una sentenza, quella di ieri, che ribalta quella di primo grado in cui, invece, erano stati tutti condannati a pene dai tre anni e cinque mesi ai due anni e pochi mesi. Sentenza che aveva provocato un mezzo terremoto politico, in terra di Levante come di Ponente, con diversi sindaci (Zoagli, Cogorno, Alassio, Cicagna) che dovettero dimettersi per 18 mesi per effetto della legge Severino. Anche Rixi si dimise, nonostante per lui la legge non si dovesse applicare in quanto prevede, per i parlamentari, la decadenza dalla carica solo con sentenza definitiva e passata in giudicato.

I giudici di appello hanno assolto i 19 politici liguri perché il fatto non costituisce reato. "Una assoluzione piena" è il commento soddisfatto dei loro legali. Nel dispositivo è prevista anche la restituzione dei soldi confiscati dopo il primo grado di giudizio. "Sono soddisfatto, giustizia è fatta – ha detto Rixi dopo la lettura della sentenza –. Mi dimisi per una scelta politica di trasparenza nei confronti del Paese. Ora continuerò a lavorare nell’interesse del Paese, come ho sempre fatto". Sulla sua pagina Facebook, Rixi rilancia un tweet dell’eurodeputato leghista Angelo Rinaldi che scrive: "Secondo voi ci saranno ora i titoloni come quelli di allora per buttare fango su Rixi e la Lega?".

Da notare che, con Rixi, sono stati assolti anche tutti gli altri imputati di tutti i partiti presenti in consiglio regionale. Si va da Michele Boffa, ex presidente del Consiglio regionale (Pd), a consiglieri di Pd, FI (cinque), Ncd, Udc, Udeur, Idv, Sel e liste civiche di appoggio ai candidati di allora (Burlando, centrosinistra, e Biasotti, centrodestra). Fino a Francesco Bruzzone, oggi senatore della Lega mentre tre consiglieri erano già stati assolti in primo grado. Per tutti loro le pene in primo grado andavano da 3 anni e due mesi a 2 anni e un mese. Per l’accusa i consiglieri regionali nel 2010-2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gratta e vinci, ostriche, fiori. In alcuni casi, secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano, per diverse centinaia di migliaia di euro, e le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato: "Sono molto felice per loro, sottoposti per troppo tempo a polemiche e fango, e per questo costretti anche a rinunciare a incarichi che avrebbero meritato per competenza e onestà. Giustizia è fatta, ma ci aspettiamo le scuse dei giustizialisti di professione". Esulta anche Forza Italia che però chiede la revisione della legge Severino, la cui disciplina "viola, verso i pubblici amministratori, il principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva".