di Nino Femiani Un ’cold case’ sul quale viene fatta luce dopo dieci anni. Un femminicidio, con la tecnica della ’lupara bianca’, vittima una ragazza disabile di 22 anni, Agata Scuto, sparita nel nulla il 4 giugno del 2012. Oggi si conosce il nome del presunto assassino: arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Catania, Rosario Palermo, 61 anni, ex convivente della madre della ragazza. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. L’indagine ha consentito di raccogliere contro di lui gravi indizi di colpevolezza sia per il rapporto "clandestino" instaurato con la ragazza – che non usciva mai di casa da sola e non frequentava nessuno oltre la propria cerchia familiare – sia per la falsità delle notizie fornite agli inquirenti a proposito dei suoi spostamenti il giorno della scomparsa. Inoltre Palermo avrebbe cercato di inquinare le prove ottenendo da conoscenti la conferma del suo alibi fasullo e fingendo un incidente in montagna. Secondo gli investigatori il movente è da ricercare nella relazione tra Agata e Rosario e, soprattutto, nella scoperta dello stato di gravidanza della ventiduenne che l’indagato voleva tenere segreto. La tesi è argomentata dalla gip Maria Ivana Cardillo nell’ordinanza cautelare. All’indagato, inoltre, sono contestate le aggravanti di avere commesso il fatto ai danni di una persona portatrice di handicap e dell’avere agito per motivi abietti, costituiti dall’intento di nascondere la gravidanza di Agata e continuare, nel contempo, la relazione con la madre della ragazza. Fin dall’inizio, la madre di Agata aveva il sospetto che la figlia disabile avesse intrattenuto con il patrigno una relazione e che potesse essere rimasta incinta. Inizialmente raccontò di averla lasciata a casa da sola e di essere andata con l’altro figlio, Cristian, dalla nonna. Al suo ritorno disse di non averla più trovata. Così il fratello di Agata qualche ...
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