Martedì 23 Aprile 2024

"Sparì 12 anni fa, sciolta nell’acido dal marito"

Arrestato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, indagato anche il fratello. Il pm: "Ha ucciso per soldi e gelosia"

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di Stefano Cinaglia

Il ’codice d’onore’ malato delle cosche di ’ndrangheta. Assassinata per gelosia e soldi, poi "sciolta nell’acido" come emerso da un’intercettazione. Arrestato per concorso in omicidio e occultamento di cadavere l’ex marito di Barbara Corvi, la mamma di Montecampano di Amelia scomparsa a 35 anni nell’ottobre 2009, lasciando due figli allora adolescenti e una famiglia nella disperazione.

Ad ucciderla, secondo gli inquirenti, è stato l’ex consorte Roberto Lo Giudice, accecato dalla gelosia per la relazione extraconiugale della donna (anche lui aveva comunque un’amante da tempo). Resta indagato, con gli stessi reati, il fratello Maurizio, cognato della vittima. Ma c’è dell’altro.

Roberto Lo Giudice non è ritenuto organico all’omonimo clan ma ha alle spalle una vita di ’ndrangheta. Il padre fu destinato al soggiorno obbligato proprio nell’Amerino e lì nasce la permanenza della famiglia calabrese nel Ternano. "Un delitto non di matrice mafiosa, ma di mentalità mafiosa", lo definisce il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, facendo il punto dell’inchiesta con il comandante dell’Arma, colonnello Davide Milano. Gelosia, senso della ’vendetta’ mafiosa ma anche soldi, dietro al delitto.

Roberto e Barbara condividevano infatti un negozio di ferramenta che stava fallendo. Il marito avrebbe quindi ucciso la consorte, inscenandone la fuga, intestando denaro e proprietà ai propri parenti.

L’inchiesta, nata contro ignoti e archiviata dalla Procura ternana nel 2015, oggi conta sulle dichiarazioni di tre pentiti, ex del clan Lo Giudice. Barbara era tra l’altro la cognata di Angela Costantino, madre di quattro figli e moglie di un altro fratello Lo Giudice, Pietro, scomparsa nel 1994 mentre il marito era in carcere. Nel 2012 la condanna a 30 anni di due persone ritenute legate alla famiglia Lo Giudice, con l’accusa dell’omicidio di Angela.

L’avrebbero uccisa per una relazione extraconiugale. I cadaveri di Barbara e Angela non sono mai stati ritrovati. Nel caso Corvi è stata raccolta un’ intercettazione ambientale in cui una persona, per ora non rivelata, afferma: "Io penso sia stata sciolta nell’acido". In un’altra intercettazione lo stesso Roberto Lo Giudice, a proposito della scomparsa della moglie afferma: "Sì, c’entro pure io".

In un’ulteriore intercettazione si sostiene che Barbara ha fatto "la stessa fine di Angela". Di un colossale "depistaggio" per far credere che Barbara fosse fuggita o addirittura si fosse suicidata parla lo stesso magistrato inquirente. Ci sarebbe poi stata la manipolazione del pc della donna per accreditarle intenti suicidari; una ’montatura’ le due cartoline spedite da Firenze ai figli, ma non scritte da lei come certificato da una perizia. Poi tante contraddizioni nel racconto di Roberto.