"Spalmiamo un po’ i morti" Così la Sicilia evitò il rosso

Le intercettazioni dell’assessore alla Salute Razza, costretto a dimettersi. La regione comunicò dati fasulli sulla pandemia. Tre dirigenti agli arresti

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di Giovanni Rossi

Scandalo Covid in Sicilia. Falsificati e manipolati i dati di decessi e contagi per condizionare le scelte di Roma. La magistratura trapanese decapita i vertici della sanità regionale. Tre arresti e un totale di sei indagati, tra i quali l’assessore alla Salute Ruggero Razza: l’ex enfant prodige della destra siciliana, uomo di fiducia del goveratore Nello Musumeci, subito si dimette. "Deliberata e continuata alterazione dei dati pandemici": sta in questo passaggio senza appello del gip Caterina Brignone l’enormità dell’inchiesta nata per caso a Trapani da un’intercettazione, procedimento che ora potrebbe finire a Palermo (dove è stata commessa la prima falsificazione) o a Roma (dove operano Ministero, Protezione civile e Commissario all’Emergenza).

Ai domiciliari per concreto pericolo di "reiterazione dei reati, inquinamento probatorio e distruzione di documenti" finiscono la dirigente generale Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e l’informatico Emilio Madonia; gli altri indagati a piede libero, oltre a Razza, sono Ferdinando Croce, vicario capo gabinetto assessorile, e Mario Palermo, altro dirigente. Ai soggetti inquisiti i pm contestano oltre 40 episodi di falso tra il 4 novembre 2020 e il 19 marzo 2021 con "ripetitività" e "gravità" delle condotte. Razza, indagato per falso materiale e ideologico, respinge le accuse e incassa la solidarietà di un vasto arco politico: "Persona perbene". Dovrà però spiegare intercettazioni pesantissime. Come questa, così trascritta dai militari dell’Arma: "I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?", chiede all’assessore con macabro zelo la dirigente Di Liberti per il tramite di una terza persona. Razza vuol saperne di più: "Ma sono veri?", chiede con manifesta gaffe. Di Liberti: "Sì, solo che sono di 3 giorni fa". Razza: "E spalmiamoli un poco...". Di Liberti: "Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok (...)", è la risposta che, come in altri dialoghi, sembra evidenziare una prassi. La gip Caterina Brignone parla di "disegno scellerato" per evitare il passaggio a zona arancione o rossa. E ricorda che "il più delle volte, le cifre, anche relative ai decessi giornalieri, sono arbitrarie per abbassare valori ritenuti troppo alti" o "recuperare dati omessi". In sintesi: "assoluto caos" e "totale inattendibilità", un pasticcio "la cui dimensione" sfugge di mano agli stessi manipolatori. "Una gravissima sottovalutazione (...) Ci sono dati dove noi comunichiamo zero! ... E chissà da quanto!", si sfoga Razza al telefono con Di Liberti.

Dietro le comunicazioni ’tarocche’ non diretti interessi personali, ma l’idea malata di rassicurare i siciliani e orientare le decisioni pandemiche. Sindacati e opposizioni invocano un nuovo Commissario. Ieri a Palermo, a dispetto di microzone rosse in aumento, il vuoto di potere ha determinato l’azzeramento del quotidiano flusso informativo Covid (vero o falso che fosse). Oggi "la Regione Sicilia integrerà", scrive la Protezione civile senza l’aria di crederci troppo.