Venerdì 19 Aprile 2024

Sottratti 4,5 milioni all’archistar Tre anni e 6 mesi all’ex segretaria

Il raggiro messo in atto falsificando le firme su 264 assegni. Ieri la condanna

Oltre duecento assegni con firma falsa, quella dell’archistar Antonio Citterio, appropriazione di 21 carte prepagate, sempre di Citterio, il tutto per un bottino di quattro milioni e mezzo di euro usati poi per ristrutturare e avviare un ristorante ereditato e rimpolpare i conti assottigliati dal vizio del gioco d’azzardo. Licia Azzurrina Scagliotti, fidata segretaria dell’architetto famoso in tutto il mondo, 70 anni, due volte Compasso d’oro, lavori esposti al MoMa di New York e al Centro Pompidou di Parigi, è stata condannata a 3 anni e sei mesi di reclusione. Il gup Manuela Scudieri, al termine del processo con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena, ha anche condannato a 2 anni un ex dipendente del Banco Bpm, Simone Facchinetti. A chiedere il rinvio a giudizio per Scagliotti e il funzionario Facchinetti, era stato il pm Giovanni Tarzia al termine di un’indagine che lo scorso primo ottobre aveva portato la Guardia di Finanza a eseguire un provvedimento del gip di sequestro per equivalente dei soldi frutto di reato e una misura dell’obbligo di dimora nei confronti del bancario.

Secondo la ricostruzione riportata nelle carte dell’inchiesta, Citterio è stato vittima di questo sistema truffaldino dal 2013 al 2019. La donna, assunta nel 2007 per gestire i conti del professionista e dello studio (che ha un centinaio di dipendenti) con delega a "operare presso la banca di riferimento", in realtà, per l’accusa, falsificava sistematicamente le firme di Citterio su distinte di prelievo di denaro contante, su oltre duecento assegni – per la precisione 264 –, e sulle richieste di emissione di 21 carte prepagate utilizzate per acquisti e prelievi di denaro contante. Il tutto con la complicità dell’ex dipendente dell’istituto di credito. Tra i metodi usati, anche i prelievi a cadenza settimanale "con un frazionamento tale – si legge nelle carte – da non superare mai la soglia di attenzione di 5mila euro". l gup ha condannatola segretaria per "truffa, indebito utilizzo, falsificazione di carte di credito e autoriciclaggio", mentre l’ha assolta "perché il fatto non sussiste" da un’accusa di "evasione fiscale". Parte delle imputazioni, anche relative al presunto raggiro, si sono prescritte. L’ex funzionario di banca, invece, è stato condannato per truffa.

Anna Giorgi