Giovedì 25 Aprile 2024

Sorpresa: siamo un popolo disciplinato

Gabriele

Canè

Il prossimo che si azzarda a dire che siamo un popolo indisciplinato, stia attento: rischia di essere preso (affettuosamente) a colpi di tampone sierologico in testa. Quando si vede la maggior parte della gente con la mascherina passeggiare su un lungomare con 34 gradi all’ombra; quando li ritrovi, sempre con mascherina di ordinanza, in un sentiero sperduto in mezzo ai boschi; insomma, quando anche al termine di questo week end torrido, in cui pure "smascherati" si è fatto fatica a tirare il fiato, abbiamo potuto constatare come la regola in questione sia ancora sostanzialmente rispettata, beh, tanto di cappello: siamo gente che si inchina alla legge con una rigore da far impallidire i tedeschi. Perché, siamo sinceri: l’obbligo delle mascherine all’aperto, già ferocemente punitivo in epoca di piena pandemia, con i dati attuali dei contagi e dei vaccini, e con il clima estivo, più che una cautela, sembra un accanimento scarsamente terapeutico. Se vogliamo dirla più schietta: palesemente inutile.

Su cui però, è partito il solito tormentone da virus, come quello sul coprifuoco con cui ci siamo baloccati per settimane. Le 22? No, le 23, magari pure le 24, però senza assembramenti. Tanto quelli, aggiungiamo noi, c’erano già alle 18. Chiusa questa telenovela, adesso è incominciata la soap delle mascherine. Cinque luglio, primo di luglio, 28 di giugno... Le ipotesi si moltiplicano, e con esse si rinnovano gli schieramenti, veri o presunti: la "liberazione" sarebbe di destra, il prolungamento di sinistra. Con qualche buffa variante tipo: no alle mascherine, ma con cautela. Cioè? Nel frattempo, pendiamo tutti dai verbali del Comitato tecnico scientifico. Da giorni lo sollecitano, lo implorano: oggi, forse, l’ardua sentenza. A cui il governo si adeguerà, e alla quale noi ubbidiremo. Perché gli italiani ubbidiscono: anche se la soap dovesse finire con un divieto "mozzafiato".