"Giulia e Alessia? Per noi la vita va avanti". La notte dei giovanissimi in Riviera

Riccione, il reportage: dalla stazione alla discoteca e ritorno. Abbiamo ripercorso la serata in cui domenica hanno perso la vita le sorelle bolognesi

Il viaggio di Giulia e Alessia Pisanu è iniziato proprio da dove è finito. Da quella stazione di Riccione, dove le sorelle bolognesi di 17 e 15 anni erano sbarcate sabato scorso per spiccare il volo verso la discoteca Peter Pan e dove invece le loro vite si sono infrante, colpite ai 200 chilometri orari da un Frecciarossa in corsa.

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Un viaggio sulle strade di Giulia e Alessia che abbiamo voluto ripercorrere passo dopo passo: dall’arrivo in stazione, alla salita sulla collina riccionese, passando per le ore di balli e di gioia trascorse nel locale, fino a un metro prima della linea gialla. Quella linea che le sorelle hanno varcato andando incontro al capolinea più drammatico, andando incontro alla propria morte. Proprio lì, da quello scalo in cui anche nella notte tra martedì e mercoledì dalle 23 centinaia di giovani cominciano a sciamare come un nugolo di api eccitate dal miele del divertimento.

Camminano scalze, i piedi nudi sull’asfalto, con tacchi o stivali tra le mani, le ragazzine che sembrano giovani donne di ritorno dal Peter Pan di Riccione. Ragazzine con indosso minigonne o abiti da sera sfoggiati con orgoglio mentre la stanchezza di una notte trascorsa a ballare alle 5 di mattina cancella dal viso anche l’ultima ombra di un eyeliner messo con cura.

Così rientrano scendendo il fianco della collina di Riccione le ragazze, chi in braccio a un giovane a torso nudo, chi camminando scalza su quella stessa strada che è stata anche di Giulia e Alessia. Protagoniste di una serata ormai passata che però si è già riproposta e si riproporrà ancora nel suo inesorabile svolgimento. Perché come ci viene raccontato dentro al locale da una 17enne mora tanto quanto lo era Giulia: "La vita va avanti".

Non per le sorelle Pisanu, ma per la marea di ragazzi come loro, che attorno alle 23 con il Metromare prima e i convogli dopo – con il regionale in arrivo da Ancona una mezz’ora più tardi – sono tornati a fare festa con lo stesso spirito delle sorelle bolognesi. Perché a sera inoltrata la stazione di Riccione diventa terra di smistamento giovani, per la maggior parte minorenni, che arrivano sotto l’insegna ‘Riccione’ pieni di voglia di fare festa. C’è chi si scatta un selfie da condividere sui social, chi invece estrae dallo zaino una bottiglia di plastica e qualche bicchiere, per dividere con i compagni di viaggio un drink ‘di benvenuto’, alcol mischiato a tonica, Red Bull o Coca Cola. E c’è chi chiede in giro un po’ di droga.

"Dai rega andiamo, voglio bere", il divertimento chiama. E c’è una sola disco aperta in collina, quel Peter Pan in cui anche Giulia e Alessia hanno trascorso l’ultima serata della propria vita. "Andiamo a sentire Tony Effe", il rapper che calamita circa duemila persone alla prima serata dopo la tragedia di domenica. Ma l’odissea è appena cominciata e per raggiungere la disco solo i più fortunati sgomitando si accaparrano un posto sulle navette che fanno la spola dalla stazione al locale. Per chi ha più soldi in tasca invece ci sono i taxi, in attesa come sulla griglia di un Gp che i giovani gli faccian segno con la mano: "Dobbiamo andare al Peter!". Infine, i più volenterosi hanno gambe e pazienza, per percorrere la salita. Tutto il necessario per "divertirsi, ballare e bere", la trinità della movida raccontata da un gruppo di diciassettenni, ragazzi infiocchettati in fresche camice bianche e ragazze con brillantini agli occhi sopra un filo di trucco.

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È così che per mezzanotte, con la cornice delle luci della Riviera ai propri piedi come meglio non si può percepire il mondo a 17 anni, i ragazzi si incolonnano fuori dal locale. Si abbracciano, si spintonano, un bacio, un abbraccio, una foto. "Siamo carichi o no?". Qui sono tutti un po’ Giulia e un po’ Alessia. Ci sono ragazzine della stessa età, che mostrano alla vigilanza borsette e documenti, mentre dal telefono chiamano le amiche e urlano: "Amore sono al Peter a ballare, vieni anche tu?". Il serpentone di giovani superati controlli si riversa poi oltre le mura del locale, mentre la musica si alza. "Facciamoci un drink", una sigaretta, quattro chiacchiere e in pista a ballare. Questa la trafila anche per due ragazzine marchigiane, alla loro prima volta in Riviera. "Siamo arrivate da Ancona in treno e qui col taxi. Al ritorno faremo lo stesso", dicono. Piccole donne, giovani e belle, proprio come le sorelle Pisanu, loro che ritornano nei pensieri delle coetanee, vestite tutte uguali tra top sgargianti e modi appariscenti per sentirsi grandi. Le Pisanu sono anche negli avvertimenti dei genitori "preoccupati di saperci in treno dopo quello che è successo... ma la vita va avanti", appunto. Ed è proprio come se non fosse successo niente appena quattro giorni prima.

Dopo gioia e spensieratezza vissute per ore a mani alzate intonando "Tony Effe", facendo lo slalom tra giovani intontiti dall’alcol parcheggiati a bordo della pista, fuori dalla disco sembra una casa d’asta per il passaggio di ritorno. È già dalle 3.30 che comincia la spola di navette per il rientro a casa. I giovani si fiondano verso i taxi che ronzano attorno al locale: "Abbiamo il treno, portaci in stazione". Sembrano proprio Giulia e Alessia le ragazze che rassegnate tornano a piedi e scendono la collina sfilandosi stivali e calze : "Amo ho il cellulare scarico".

Tra Metromare e binari, verso le 5 si forma la folla e tra chi si accoccola sulle panchine di ferro battuto e chi poggia la testa contro il muro, così i ragazzi risparmiano le energie che servono per varcare quella famosa linea gialla a ridosso della quale si è concluso il nostro viaggio, un metro prima da dove è finito quello delle sorelle Pisanu. Andate invece troppo oltre. E quello che si prova mentre sorge l’alba nel fissare quei binari non si può spiegare qui. Resta solo la speranza che davvero quando ormai si vola, non si può cadere più. Come Peter Pan.

Un gruppo di ragazzine dopo l’uscita dalla discoteca
Un gruppo di ragazzine dopo l’uscita dalla discoteca