Sabato 20 Aprile 2024

Sono sempre i fondamentalisti a cambiare idea

Roberto

Giardina

Le idee non si cambiano. Mutano con l’età, ma in superficie, non cambia la base, il nucleo, della tua concezione della vita, dell’uomo, della società, da non confondere con l’ideologia di un partito, neppure con la fede religiosa. Un’idea è differente dalla passione – e Alain Delon dovrebbe saperlo bene – che a un tratto si spegne, come l’amore per un uomo o una donna. A un tratto non credi più in Dio, o scopri che lei o lui sono cambiati. Ma non puoi tradire quel che credi, perché tradiresti te stesso. I cattivi storici danno giudizi: quel re, quel politico – scrivono – fece una scelta sbagliata, aveva mal calcolato la situazione. Invece, non avrebbe pututo fare altrimenti, a costo della probabile sconfitta.

Non si cambia idea per opportunismo. Se cambi idea, devi pagare pegno. Cade il muro e scopri che il comunismo ha perduto. Non ti batti più per una bandiera rossa, ma non passi dall’altra parte perché ha vinto. Se eri in buona fede. Molti politici, ed elettori, cambiano casacca, come giocatori di calcio. Per stare con chi si pensa vincerà. Dopo il rosso, arriva il verde, marxismo o capitalismo, alcuni si battono come se non sia possibile altra idea oltre la loro. Chissà perché sono sempre i fondamentalisti i primi a cambiare squadra. Se rimani fedele a quel che credi, ti troverai a volte contro i compagni, gli amici, e il prezzo sarà la solitudine, o la carriera. Sembra una contraddizione: per la coerenza bisogna sempre dubitare. Mettere sempre tutto in discussione, soprattutto noi stessi.