Giovedì 18 Aprile 2024

Sono le imposte il vero tema elettorale

Raffaele

Marmo

Saranno le tasse (e non le ideologie) uno dei più immanenti e incombenti convitati di pietra delle elezioni del 25 settembre. Molto di più di quello che appare. Perché, dopo oltre due anni di pandemia e con la frenata in corso per la guerra in Ucraina, famiglie e imprese, lavoratori dipendenti e Partite Iva vorranno capire innanzitutto quale sarà il loro destino economico, e questo dipende in larga misura dalla leva tributaria in mano al governo che verrà.

Abbandonata a se stessa la delega così faticosamente definita e congegnata in questo anno, i partiti hanno ripreso mano libera nelle rispettive impostazioni di politica fiscale.

È agevole immaginare – e difatti già accade come raccontiamo nella seconda puntata della nostra inchiesta sulla politica rispetto alle questioni-chiave del Paese – che ascolteremo le più mirabolanti promesse elettorali sul taglio di balzelli e imposte. Ma è altrettanto ipotizzabile che l’opinione pubblica, fatta la tara, terrà comunque conto dell’essenza e della tendenza che sospingono e sorreggono le proposte degli schieramenti in campo.

Nelle moderne democrazie, del resto, il voto con la mano sul portafoglio e la testa ai propri interessi è l’espressione pragmatica di quella razionalità economica weberiana (tipica della cultura protestante) che solo il velo dell’ideologia della sinistra marxista e del cattolicesimo pauperistico (spesso congiunti) hanno richiuso, in Italia, nella ridotta del "non detto" o del "non confessabile".

Ben venga, dunque, la discussione aperta e accesa sul merito e, nello specifico, nel merito delle proposte fiscali dei partiti perché solo da essa può venire la possibilità di rendersi conto della loro fondatezza e della loro concreta realizzabilità.

Senza falsi pudori e finti idealismi.

Perché, oltretutto, tornare a parlare di tasse significa andare anche al fondamento della rappresentanza parlamentare che si consolida sul principio dell’indipendenza americana del "no taxation without representation", e, dunque, del nessuna tassa senza rappresentanza.