Mercoledì 24 Aprile 2024

Sono gli alleati la vera spina nel fianco

Raffaele

Marmo

è chi dice che è più forte di loro e chi sostiene che non hanno un’alternativa. Fatto sta che soprattutto Matteo Salvini, ma anche Silvio Berlusconi, non hanno nessuna intenzione di fare sconti a Giorgia Meloni.

Lo si era compreso fin dalla campagna elettorale, lo si è visto nella fase di concitata trattativa per la formazione del governo. Lo si registra giorno dopo giorno nella prima settimana di vita dell’esecutivo della leader di Fratelli d’Italia. Senza che, a fermare l’avvio dell’assedio a Palazzo Chigi, bastino gli avvisi, i toni e la forza manifestati da Meloni nelle aule parlamentari.

Quel che si scorge dalla Presidenza del Consiglio non è certo un bel vedere e un bel sentire. Il Cavaliere torna a fare il controcanto sulla politica estera e, per quanto la premier abbia rassicurato Zelensky e la comunità della Nato e dell’Occidente anti-Putin, sembra che ogni volta ci si trovi al punto di partenza. Il che non è un segnale promettente per una navigazione quantomeno non agitata sul fronte internazionale.

Ma è principalmente Salvini che appare deciso a fare Salvini e a riproporre quasi in modalità fotocopia il suo schema di azione del 2018 con il governo giallo-verde: tentare di dettare quotidianamente l’agenda a 360 gradi, più come capo partito che come Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. E, dunque, con la sponda (non rifiutabile) del titolare dell’Economia (il leghista Giancarlo Giorgetti) e con quella (anch’essa non rifiutabile) del Ministro dell’Interno (il tecnico in quota Carroccio Matteo Piantedosi) tentare di mettere il sigillo della Lega su pensioni, flat tax, ordine pubblico, immigrazione, per citare i dossier sensibili del momento. Senza trascurare, anche in questo caso, il non perfetto allineamento con i partner europei e anglo-americani sul capitolo Russia. Dunque, se il buongiorno si vede dal mattino, le neopremier si dovrà guardare la spalle più dagli alleati che dagli avversari.