Gli italiani contro l’invio di armi. Bocciato Draghi: è filo americano

Ricerca Swg sulla guerra in Ucraina. Tra i leader in testa c’è il pacifista Conte seguito da Letta

Il giudizio sulla guerra

Il giudizio sulla guerra

"Niente sarà più come prima", con la guerra in Ucraina. La guerra non finirà in tempi brevi, è la realtà amara che alberga nel Paese. L’altra è che i cittadini non auspicano un intervento militare italiano. I leader politici che si stanno comportando meglio? Giuseppe Conte ed Enrico Letta, ma senza entusiasmi: entrambi in testa ma sempre sotto la fatidica sufficienza. Sono questi i principali dati di fondo di un sondaggio Radr-Swg condotto su un campione rappresentativo della popolazione tra il 28 marzo e il 2 aprile 2022. Ma partiamo da come gli italiani giudicano i principali leader politici.

In una scala da uno a dieci (e con nessun leader che prende un voto più che pienamente sufficiente) i più apprezzati, per le posizioni assunte sulla guerra, sono Conte e Letta che prendono un bel 5,1 (la scala era fino a dieci), poi Meloni (4,4%) e Salvini ultimo bocciato con un sonoro 3,6. Sempre in una scala di voti da uno a dieci, Conte ottiene il voto più alto (4,9), al pari di Letta, per la sua scelta sull’invio di armi all’Ucraina come pure sull’aumento della spesa militare (4,9, Letta al 4,6), ma primeggia (5,8) su tutti per le sue idee sull’accoglienza dei rifugiati in Italia. Meloni, su tutti questi fronti, veleggia intorno al voto del 4,3-4,4 e Salvini si conferma in fondo alle valutazioni, con un altro 3.6 sempre su una scala da uno a dieci. La media complessiva dei voti sui singoli temi è un netto 5,1 per Conte, 5 per Letta, 4,3 a Meloni, solo 3,6 per Salvini.

Cambiano le cose guardando all’apprezzamento dei rispettivi elettorati di riferimento. Qui il primato spetta alla Meloni (93%), segue a ruota Conte (90%), così così Salvini (81%), male Letta (77%). Per quanto riguarda Draghi, la maggioranza della popolazione italiana è del tutto insoddisfatta del modo in cui il premier si è mosso in merito alla guerra, soprattutto perché ritenuto troppo influenzato dagli Usa (30%) o perché non è riuscito a ricavare un ruolo di primo piano nelle trattative (25%). Lo pensa ben il 54% degli elettori italiani, che giudica la sua azione "poco o per nulla efficace", mentre solo il 35% la ritiene efficace.

Ma chi vedono gli italiani come possibile successore di Draghi a palazzo Chigi? Conte è sul podio con il 31% dei consensi, seguito quasi a ruota da Giorgia Meloni (28%) e, più staccato, Enrico Letta (16%). L’altro dato, clamoroso, è che Carlo Calenda, alla testa di un piccolo partito (Azione) supera, di ben due lunghezze (18% sul 16%), Matteo Salvini, appaiato con Tajani.

Regna inoltre, tra gli italiani, il pessimismo su una soluzione rapida del conflitto: la guerra continuerà a lungo per il 34% e i negoziati non porteranno a nulla per il 23%.

Se il conflitto dovesse prolungarsi, gli italiani sono favorevoli a inasprire le sanzioni contro la Russia (52%) ma in maggioranza (48%) sono contrari a inviare altre armi all’Ucraina (favorevole solo il 40%) e soprattutto sono nettamente contrari (74%) a inviare truppe italiane su suolo ucraino. Infine, il 56% degli italiani è contrario ad accettare il pagamento in rubli del gas russo anche a rischio delle forniture di gas (56%). Un italiano su due ritiene necessario destituire Putin ma il 70% dice un secco no all’intervento diretto della Nato.