Sondaggi giù, linea politica incerta Salvini in piena sindrome post-Colle

Continua il momento difficile del Capitano. Per gli italiani è più debole. Ieri positivo senza sintomi al Covid

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di Ettore Maria Colombo

E niente, a Matteo Salvini non ne va bene una. Da ieri ci si è messo di mezzo pure il Covid che lo ha tenuto lontano dal giuramento del ‘nuovo’ capo dello Stato, Sergio Mattarella, che Salvini applaude "specie per le parole sulla giustizia".

La notizia Salvini l’annuncia da solo, fa e disfa: "Amici, sono in buona compagnia ai 10 milioni di Italiani positivi e poi guariti. Giornata di lavoro come tante altre, tampone di controllo come tanti altri, nessun sintomo ma risultato positivo. Proprio nel giorno del panettone di San Biagio! A casa al volo qui a Roma, armato di computer, telefono e pazienza" scrive su Facebook il leader della Lega. Ma il tono garrulo nasconde a malapena l’irritazione.

Mercoledì Salvini ha imposto ai suoi ministri di non votare l’ultimo decreto Covid del governo, in dissenso con la (presunta) discriminazione dei bambini non vaccinati nella scuola. Giorgetti, però, non c’era. "Impegni improrogabili": un tavolo di crisi da cui proprio non si poteva alzare. Eppure, il ministro capofila dell’ala moderata leghista il tempo per incontrare Di Maio l’ha trovato. Il premier, i ministri, gli altri partiti sono tutti molto preoccupati dall’ennesima strambata del Capitano, che minaccia guerra su tutti i fronti. Al titolare del Mef, Daniele Franco, ha imposto, più che chiesto, di fermare il caro energia. I modi poco urbani segnalano che, tra Lega e governo, c’è un grosso problema. Presto Salvini incontrerà Draghi, presumibilmente per avanzare la richiesta di un rimpasto che, però, allo stato vuole solo lui. Né ha intenzione di mollare nell’attacco ad almeno due dicasteri chiave (Interni e Salute) e ai loro titolari (Speranza e Lamorgese). "Non gli daremo tregua", fanno sapere i salviniani doc.

Il problema è che, al netto delle voci sul possibile ‘sganciamento’ di Giorgetti, in palese dissenso, Salvini è in difficoltà. I sondaggi vanno come vanno, cioè male. Per Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, l’indice di fiducia è in crollo (-5,3%), ma soprattutto "Fd’I guadagna il 2,2%, arriva al 21,1% e diventa il primo partito a scapito della Lega, ferma al 16,7% e che perde l’1,8%". Per Demos di Ilvo Diamanti le cose vanno peggio: Salvini è il politico che "si è comportato peggio, durante la partita del Quirinale, per il 31% degli elettori", un record assoluto, e la Lega "si è indebolita per il 65% degli italiani, il doppio dei 5 Stelle. Il solo che finge di non saperlo è proprio Salvini.

Al Consiglio federale di lunedì ha tracciato la linea del "o con me o contro di me, basta voci critiche" e ha chiesto ai governatori del Nord di smetterla con i distinguo. Sono partiti pure provvedimenti di ‘sospensione’ a raffica per amministratori locali che hanno osato criticato il ‘Capo’, quasi tutti vicini a Zaia. Persino i fedelissimi (Igor Iezzi, il capogruppo Molinari) sono stati redarguiti per le loro aperture – in tema di legge elettorale – al proporzionale. "Dobbiamo parlare dei problemi degli italiani" li ha stoppati Salvini. Pronto a tutto (fino alla crisi di governo?), pur di risalire il burrone in cui è finito.