Sondaggi falsi, Kurz fa l’italiano: non lascio

Il cancelliere austriaco indagato per corruzione: "È un complotto, al Paese serve stabilità. La coalizione con i Verdi va avanti"

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Paonazzo, sudato, Sebastian Kurz si difende in tv, ma finisce alle corde. Accusato di corruzione e peculato, il cancelliere austriaco, il falco d’Europa, spietato con l’Italia, aveva chiesto di essere intervistato mercoledì sera nella trasmissione ‘Zeit im Bild’, una delle più seguite. A Vienna le domande non sono addomesticate e il conduttore l’ha costretto a contraddirsi più di una volta. Un’intervista che si è trasformata in un atto di accusa. L’opposizione e i Verdi alleati nel suo governo chiedono le dimissioni, ma lui tiene duro: "Non abbandono, è un complotto politico. Se sono stati compiuti degli illeciti, tutto è avvenuto a mia insaputa". Ha dato la colpa ai suoi collaboratori, un segno di debolezza che non è piaciuto agli austriaci. Quanto riuscirà a resistere? Mercoledì mattina sono state compiute perquisizioni nella sede del suo partito, la Övp, i popolari, negli uffici del governo, al ministero delle Finanze, e nella sua abitazione e in quelle di nove suoi collaboratori. E sono stati sequestrati diversi cellulari. L’azione era prevista, tanto che la direzione del partito con giorni di anticipo aveva messo le mani avanti, sostenendo che non sarebbe stato trovato nulla di compromettente. L’inchiesta è stata provocata da un altro scandalo, che ha visto coinvolto nel maggio del 2019, Heinz Christian Strache, vicecancelliere e vice leader dell’Fpö, il partito liberale. Strache, ripreso da una telecamera a sua insaputa, è caduto nella trappola di un’attrice russa che si è spacciata per la portavoce di un finanziere pronto a finanziare il partito. Strache si dimise, ma le indagini hanno finito per scoprire anche i presunti maneggi di Kurz.

Austria, Kurz annuncia le dimissioni

Sebastian Kurz, 35 anni, da quattro capo del governo, il più giovane nell’Unione europea, è accusato di aver comprato un sondaggio di opinione nel 2016, e di aver pagato il tabloid Österreich perché la pubblicasse. Il primo passo per conquistare la guida del partito e battere il rivale Reinhold Mitterlehner. Il sondaggio, costato 70mila euro, fu eseguito dalla sua amica Sophie Karmasin che fabbricò il risultato, una sorta di plebiscito per Kurz: il 61 per cento degli interrogati riteneva che avrebbe avuto un influsso molto positivo sull’Övp, il 33 abbastanza positivo, solo il 6 aveva un’opinione negativa.

Per pubblicare l’inchiesta al giornale Österreich venne offerta della pubblicità., L’operazione sarebbe costata alla fine un milione e 300mila euro, ma all’epoca Kurz era ministro degli Esteri e non aveva accesso ai fondi del partito. Chi ha pagato? "Io mi sono limitato a ringraziare per il sondaggio positivo, ha sostenuto Kurz in tv, non fu ordinato da me. Un’iniziativa avvenuta a mia insaputa". Il conduttore l’ha incalzato, e il giovane cancelliere si è difeso male: "Così fanno tutti i politici". Si aspettava una contropartita dal giornale in cambio della pubblicità? "Sì, ma non è normale?" Quasi una confessione: è normale che un politico paghi la stampa per manipolare l’informazione a sua favore? Lo faranno tutti, o quasi, non solo in Austria, ma non si dovrebbe essere costretti a ammetterlo.