Mercoledì 24 Aprile 2024

Solo e sconfitto Un ritorno da incubo

Pierfrancesco

De Robertis

I gesti, i gesti. Più spesso di quanto pensiamo, i gesti raccontano meglio delle parole. E non il vaffa stizzito con tanto di penna buttata là a casaccio nello scranno, così, per rafforzare il concetto. Più del vaffa sono quelle due mani sotto il mento e quello sguardo perso nel vuoto di un’Aula che non gli era stata amica, a raccontare l’esito di una giornata che il Cav non si immaginava così. Quegli occhi tristi, quasi increduli, riflettono l’immagine di una sconfitta, e forse anche quelli di un uomo solo. Una grande rentrée che doveva essere un trionfo e che si è trasformata in un incubo, peraltro destinato a durare. In politica conti se sei una risorsa o un problema, e il Cav ieri ha dimostrato di non essere né l’uno né l’altro, palesando una tremenda e forse definitiva ininfluenza. Che ci sia o non ci sia, gli altri fanno lo stesso.

Per la prima volta da quando è in politica Berlusconi non ha avuto più la forza per imporsi o la furbizia per evitare che siano gli altri a farlo, restando legato a schemi del passato, quando formava una lista dei ministri mettendo chi gli pareva al Mise (competente sulle frequenze tv) o alla Giustizia perché quelli erano i posti che più gli interessavano, e intrappolato anche dal ristretto gruppo di persone che lo circondano e che, secondo molti, anche tra coloro che gli vogliono bene, più che altro lo tengono quasi prigioniero. L’immagine della senatrice Licia Ronzulli che anche ieri non lo molla un attimo, che apre e chiude la cartellina di pelle che il Cav ha davanti, che dirige il traffico di giornalisti intorno a lui come aveva fatto con chi aspirava a entrare nelle liste di Forza Italia e fa con quelli che al leader azzurro vogliono parlare, beh, certo non è quella l’immagine a cui Berlusconi aveva abituato tutti nel passato. E si sa che quando un leader non è più padrone della propria agenda e del proprio telefono è un leader a metà, perché ha ceduto parte della sovranità su se stesso.

Così in mezzo a questi giochetti, gelosie, tradimenti, mentre sbaglia a venir fuori dal catafalco delle votazioni o inciampa per tornare al proprio posto, Berlusconi non riesce neppure a ritagliarsi un’uscita di scena che lo renda personaggio degno di una tragedia e non invece la goffa comparsa in una commedia di Alberto Sordi. Triste, solitario y final.